La stanza del figlio di Nanni Moretti – Italia – 2001 – Durata 90’

22 Aprile 2020 | Di Ignazio Senatore
La stanza del figlio  di Nanni Moretti  – Italia – 2001 – Durata 90’
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Giovanni (Nanni Moretti) psicoanalista e Paola (Laura Morante), impiegata in una casa editrice vivono con i loro figli adolescenti; il diciassettenne Andrea (Giuseppe Sanfelice) e la quattordicenne Irene (Jasmine Trinca). Giovanni vuole andare a correre con il figlio ma riceve una telefonata di Oscar (Silvio Orlando), un paziente che gli chiede di vederlo immediatamente perché ha scoperto di essere affetto da un tumore. Dopo averlo tranquillizzato, Giovanni ritorna a casa e scopre che Andrea, provetto subacqueo, è morto nel corso di un’immersione. Travolto dal dolore, Giovanni continua ad esercitare la professione, ma quando intuisce di non essere più in grado di accogliere la sofferenza dei pazienti, si prende un periodo di riflessione. L’entrata in campo di Arianna, un amica di Andrea ridona un pizzico di speranza a Giovanni, Paola ed Irene.

Senza mai scivolare nel patetico e nel melodrammatico, Moretti impagina una pellicola dalla narrazione classica e tradizionale e narra lo smarrimento, la sofferenza ed il dolore composto di una famiglia scompaginata dalla perdita prematura di uno dei suoi membri. Il regista lascia la morte di Andrea fuori campo e con una scrittura sobria, intima ed asciutta, mostra i protagonisti che vagano come ombre per il corridoio di casa, l’unico luogo deputato a fare da raccordo al loro dolore. Moretti centellina i dialoghi, lascia che un silenzio speso greve avvolga l’atmosfera del film ed incornicia un paio di scene che colpiscono per la loro straordinaria forza emotiva (Giovanni che cerca di stordire il proprio dolore al Luna Park, il commiato di Oscar dall’analisi).

La pellicola non ha sbavature e colpisce perché scardina la stereotipata rappresentazione degli analisti in celluloide sullo schermo, mostrati generalmente come goffi, cialtroni, imbroglioni e seduttori, Moretti ci regala (finalmente) uno psicoanalista umano, professionalmente empatico, misurato ed accogliente. Nel suo studio il solito campionario di nevrotici e scoppiati; Raffaella (Claudia Della Seta) una donna affetta da una grave forma di nevrosi ossessiva; un paziente (Toni Bertorelli) estremamente diffidente nei confronti della cura; Tommaso (Stefano Accorsi) un soggetto con dei gravi problemi di discontrollo e con una sessualità disarmonica e conflittuale e soprattutto Oscar, ritenuto da Giovanni, il responsabile dell’incidente accorso a suo figlio. Toccanti le figure di Paola, una madre che, con dignità e coraggio, trattiene dentro di sé il proprio dolore e di Irene, una ragazza che, dopo la morte di Andrea, sente il mondo caderle addosso. Moretti cita Raymond Carver, gira l’intera vicenda ad Ancona e per infondere maggiore struggimento alla pellicola s’affida al brano By this river di Brian Eno ed alle musiche di Nicola Piovani. Palma d’oro a Cannes (2001). Vincitore di tre David di Donatello.

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