La vita agra di Carlo Lizzani – Italia -1963

Una delegazione di minatori, guidata da Libero (Giampiero Albertini), segnala al padrone i rischi per un possibile crollo di una galleria, ma lui se ne infischia e alcuni operai dopo qualche giorno perdono la vita. Luciano Bianchi (Ugo Tognazzi), addetto ai servizi culturali della miniera, é licenziato e, per vendicare i minatori, si reca a Milano deciso a far saltare con la dinamite il grande grattacielo dove ha sede la società mineraria. In una manifestazione di protesta incontra Anna (Giovanna Ralli), giovane corrispondente di un giornale di sinistra. I due si frequentano, vanno a vivere insieme e discutono animatamente sui guasti della società contemporanea. Accantonata l’idea dinamitarda, dopo una breve parentesi come traduttore per una casa editrice, Luciano è assunto dalla direzione della miniera, per la creazione di slogan pubblicitari. La relazione con Anna è agli sgoccioli e Luciano ritorna a vivere con la moglie e il figlio che lo raggiungono a Milano.

Lizzani impagina un film diseguale, tratto dal romanzo di Luciano Bianciardi, sospeso tra il ritratto intimo dei due protagonisti alla disperata ricerca della propria identità, e l’accusa a certi ambienti velleitari della sinistra che discettano di rivoluzioni, ma poi finiscono per integrarsi nel sistema che volevano abbattere. Non mancano le stoccate alla società consumistica e capitalistica, ma le letture sociologiche hanno il sapore di lezioncine retoriche fine a se stesse. Jannacci canta due sue canzoni e Pippo Caruso “Surfin’ Queen”. Cameo dello scrittore Luciano Biancardi.

Per un approfondimento sulla filmografia, la vita, le attività teatrali e televisive di Ugo Tognazzi, si rimanda al volume di Ignazio Senatore “Ugo Tognazzi”, edito da Gremese (2021), corredato da 800 foto, dall’antologia della critica e dai commenti di attori e attrici, interpretati al fianco dell’attore cremonese  dei film e dei registi che lo hanno diretto.