Una città del Nord, un week-end come tanti, cinque storie che s’intrecciano tra loro. Un talentuoso (ma fallito) pianista jazz che si prende cura di un figlio affetto da disturbo di personalità borderline; un geometra appena licenziato che non trova la forza di comunicarlo alla moglie; una ricca ed insoddisfatta signora della borghesia che scopre che il suo “infuocato” corrispondente amoroso altri non è che una sua amica dirimpettaia; un hostess in cerca di maternità, sposata con un marito adolescente; un americano di mezz’età scopre l’amore ma poi, spaventato, lo rifiuta.
Terzo lungometraggio per Incerti che aveva sbalordito, nel 1995, critica e pubblico con “Il verificatore”, sua pellicola d’esordio. Incerti non vuole raccontare storie stra-ordinarie, eroiche e muscolose ma offrirci degli spaccati emotivi presi a prestito dalla vita “ordinaria” di tutti i giorni. Film corale, volutamente freddo sui conflitti, le illusioni/disillusioni che attanagliano le coppie e sulle sventure e le fortune improvvise che si abbattono, senza preavvisi, sugli uomini. Il film, intimo e raccolto, si avvale di un cast ben assortito che rende incisivi e credibili i personaggi.
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