Ci sono film baciati dalla fortuna ed altri, forse, più meritevoli che, incredibilmente, passano sotto silenzio. “Lady Bird”, candidato a cinque Oscar e vincitore di due Golden Globe, appartiene di certo alla prima categoria. Un film, quello diretto da Greta Gerwig, che racconta il classico percorso di formazione di una tenera e ribelle diciassettenne di nome Christine (una sorprendente Saoirse Ronan), che vive a Sacramento, “dal lato povero dei binari”, frequenta controvoglia una retrograda scuola cattolica ed, in rotta con la madre asfissiante e squalificante, si fa chiamare da tutti “Lady Bird”. Mai doma, pur consapevole che il padre è disoccupato ed il fratello mezzo sciroccato, sogna di abbandonare la “noiosa” costa orientale degli States e frequentare un college a New York.
Un film tutto declinato al femminile che, con garbo, segue la crescita dell’anarchica e caparbia protagonista, assetata di vita, bisognosa di rapporti saldi e sinceri e che, dopo le delusioni delle prime cotte amorose, si emancipa e lotta per realizzare i propri sogni.
Recensione pubblicata sulla Rivista Segno Cinema – N 213- Settembre- Ottobre 2018
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