L’anello matrimoniale di Mauro Ivaldi – Italia, Spagna – 1978 – Durata 91’ – V.M 18

18 Luglio 2024 | Di Ignazio Senatore
L’anello matrimoniale di Mauro Ivaldi – Italia, Spagna – 1978 – Durata 91’ – V.M 18
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Monica (Carmen Villani), madre di una bambina, è felicemente sposata da otto anni con Mario (Ray Lovelock), giovane e affascinante chirurgo estetico.

Di fronte alla loro villa con giardino, vanno a vivere Giorgio (Manuel Serra), un aitante istruttore che gestisce una palestra, e la moglie Anna (Amparo Munoz). Monica s’invaghisce del dirimpettaio e comunica al marito il proprio smarrimento.

Mario non fa scenate e, per permettere alla moglie di vivere fino in fondo questa infatuazione, lascia che finisca tra le braccia di Giorgio.

Monica, infatti, cede ben presto alla corte serrata di Giorgio e va a vivere con lui. Ma Giorgio è geloso, violento e possessivo; Monica non resiste e ritorna tra le braccia del marito.

Ivaldi dirige per la quarta volta Carmen Villani, moglie nella vita privata, e, prova a nobilitare il genere.

Infatti, invece di impaginare la classica commedia sexy leggera, sfiora il dramma, mostrando una donna, giovane, bella e fedele che, invece di tradire impunemente il marito, va in crisi e, incapace di trovare dentro di sé una risposta, spera che sia lui a cavarla dagli impicci, autorizzando la sua scappatella.

La trama non è originale e già nel 1969, Alberto Sordi, nel suo Amore mio aiutami, mostra Raffaella, la grande Monica Vitti, una donna felicemente sposata da dieci anni con Giovanni (lo stesso Sordi), che s’innamora di Valerio (Silvano Tranquilli) e chiede al marito di essere comprensivo e lasciarla libera di amare.

Invece di donare alla commedia un ritmo leggero e spumeggiante o ammantarlo di un tocco trasgressivo, Ivaldi appesantisce la vicenda con delle banali riflessioni sulla crisi di coppia e l’istituto del matrimonio.

Non a caso, il riferimento all’anello presente nel titolo rimanda, in qualche modo, alla gabbia del matrimonio, a una catena che impedisce alla protagonista di vivere fino in fondo e senza sensi di colpa, la sua passione per il dirimpettaio.

Monica è descritta, inoltre, come una donna fin troppo esitante e le sue sotterranee richieste al marito, di autorizzarla a tradirlo, finiscono per diventare ripetitive e rallentano ulteriormente il ritmo.

Enigmatico, inoltre, l’atteggiamento di Mario che, per tutto il film, si mostra comprensivo nei confronti della moglie ma, senza mettersi in discussione, non cerca di indagare sulle ragioni che l’hanno spinta a prendersi una cotta improvvisa per il dirimpettaio.

A differenza di altri registi, Ivaldi non cerca scappatoie e, per fortuna, scarta la scelta più banale; ricorrere alla love-story tra Anna e Mario, marito e moglie traditi, tenendosi così alla larga dal comporre un inno a libero amore e allo scambio di coppie.

Inoltre, rispettando una certa unità di tono, sceglie qualche fugace scena di nudo di Monica ed evita di spogliare Anna, interpretata da Amparo Munoz, ex Miss Mondo.

Carmen Villani, come sempre, deliziosa e ammiccante, ma dotata di quel candore e di quella semplicità che trasforma anche le pudiche scene di nudo, in qualcosa di spontaneo e naturale.

Ray Lovelock, un passato nei poliziotteschi alle spalle, ritorna alla commedia sexy dopo La moglie vergine, per la regia di Franco Martinelli (1975), al fianco della Fenech, e nello stesso anno è interprete del cult Avere vent’anni di Ferdinando Di Leo.

A rendere un pizzico frizzante la vicenda ci pensa Enzo Cannavale, perfetto nei panni del giardiniere pettegolo e impiccione che, svelando le scappatelle dei due amanti, diventa, in qualche modo, il motore della vicenda.

Stucchevole la colonna sonora perennemente in sottofondo. Nel cast Enzo Robotti, nei panni di un commerciante che, ossessivamente, sta studiando il modo di come ammazzare la moglie.

Per un approfondimento sul tema si rimanda al volume di Ignazio Senatore “La commedia sexy alla napoletana Enzo Cannavale, Vittorio Caprioli Carlo Giuffrè”, edito da Il Foglio Letterario – 2024

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