L’anniversario (The anniversary) di Roy Ward Baker – GB – 1968 – Durata 95’

6 Febbraio 2022 | Di Ignazio Senatore
L’anniversario (The anniversary) di Roy Ward Baker – GB – 1968 – Durata 95’
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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La vedova Taggart (Bette Davis è una donna cinica, fredda e calcolatrice ed ha sempre soffocato e tenuto al guinzaglio i tre figli; Terry (Jack Hedley), sposato con Karen (Sheila Hancock) e padre di quattro marmocchi; Henry (James Cossins), timido, impacciato e con il vizietto di indossare lingerie femminile e il giovane Tom (Christian Roberts), il più scapestrato dei tre. La signora Taggart dirige l’azienda familiare ma fa il bello ed il cattivo tempo, schiavizza i suoi rampolli e dà loro uno stipendio da fame. In occasione del quarantesimo anniversario delle nozze dei genitori, la famiglia si riunisce al completo per rispettare un rigido ed immutabile cerimoniale. Tom ha deciso di rompere gli schemi e, pur sapendo che la madre che ha sempre fatto scappare a gambe levate le sue precedenti conquiste, invita  Shirley (Elaine Blair), la sua nuova fidanzata. La vecchia megera ingoia il rospo ed, in un crescendo sempre più acido e malsano, stuzzica i figli, lancia frecciatine e commenti al vetriolo a Karen ed a Shirley, che invece di abbassare la cresta, le rispondono a tono e sul finale si gustano la loro personale vendetta; Terry e Tom danno il benservito alla madre che si ritrova a vivere da sola con Henry.

Pellicola che mette in campo una delle madri più odiose e disturbate della storia del cinema e, per renderla ancora più indigesta e sinistra, il regista le regala una benda rossa che le ricopre l’occhio sinistro divenuto  guercio. Già nelle prime sequenze Karen accoglie Shirley e la mette in guardia dalla furia distruttiva della signora Taggart. Sin dalle prime battute la perfida matriarca non risparmia veleni a nessuno; a Terry rinfaccia di averla resa guercia quando era piccolo e, per tenerlo legato a sé, gli lascia intendere che se parte per il Canada, denuncia Henry alla polizia; all’odiata Karen, mentendo, dice che i suoi marmocchi sono rimasti vittima di un grave incidente automobilistico; a Shirley, che è in dolce attesa, prova a metterle paura, nella speranza che abortisca per lo spavento. Nel corso del film il clima neanche per un attimo diventa sereno e disteso e l’incessante ed esasperato gioco al massacro condotto dalla vedova Tagagrt finisce per diventare un po’ troppo indigesto ed opprimente. Che non ci siano sbocchi lo si intuisce sin dalle prima battute anche perché Terry, Henry e Tom, soggetti frustrati e senza spina dorsale, appaiono incapaci di fronteggiare gli attacchi e le squalifiche della madre. Le uniche ad affilare le armi contro la tirannica ed asfissiante genitrice sono Karen e la giovane Shirley che, sul finale, finiscono per trionfare. Per rendere ancora più claustrofobica la vicenda, il regista l’ambienta completamente nella decadente villa della vedova Taggart. Da una commedia di Bill Mac Ilwraith. Bette Davis a dir poco superlativa.

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