Lantana di Ray Lawrence – Australia – 2001-Durata 121’

16 Marzo 2019 | Di Ignazio Senatore
Lantana di Ray Lawrence – Australia – 2001-Durata 121’
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Una donna scompare in circostanze misteriose. Leon Zat (Anthony La Paglia), un poliziotto duro e dalle maniere forti, è incaricato delle indagini.

L’uomo, è sposato ed ha due figli e da un po’ di tempo, nella speranza di scacciar via la solitudine, ha una svogliata relazione con Jane, una donna separata.

Sua moglie Sonja, dolce ma insoddisfatta, è in cura da Valerie Somers (Barbara Hershey), una psicoanalista, la cui vita è stata funestata un anno e mezzo prima dalla morte di Eleonor, la figlia undicenne.

A seguito dalla drammatica vicenda, la dottoressa ha sublimato il dolore, scrivendo un libro che ha dedicato alla memoria della figlia. John (Geoffrey Rush), il marito scrittore, si è chiuso, invece, nel più assoluto mutismo e assume, giorno dopo giorno, dei comportamenti sempre più strani e sfuggenti.

Trascurata sessualmente, Valerie, cerca inutilmente di risvegliare la sua passione amorosa, ma lui reagisce, mostrandosi sempre più indifferente e distaccato.

Un giorno si presenta allo studio della psicoanalista, Patrick, un omosessuale che le svela di avere una relazione con un uomo sposato e Valerie inizia a sospettare che l’amante di Patrick possa essere John. Valerie si sente braccata da Patrick e continua a leggere i suoi racconti come una sfida e una provocazione continua.

Sul finale, si scopre che la donna scomparsa è la psicoanalista, morta in un drammatico incidente e che John non era l’amante di Patrick.

Film sulla doppia investigazione (quella dell’anima e del cadavere della donna scomparsa), sull’amaro e tragico destino di quei matrimoni retti sugli inganni e sulle bugie.

Lawrence, noto regista pubblicitario, costruisce con tocco sapiente l’ingorgo emotivo nel quale si trova Valerie, ammantando la tragica e misteriosa figura di John.

In questo giallo “atipico”, girato con estremo fascino ed eleganza, il regista, senza mai scadere nel melodramma, immerge la vicenda in un’atmosfera calda ed avvolgente, dove la disillusione, la solitudine e l’infelicità regnano sovrane.

La lantana, a cui fa riferimento il titolo è un cespuglio rampicante ricco di fiori colorati ed aromatici, ma con un sottobosco acuminato e denso di spine e rimanda, metaforicamente, agli intrecci e ai grovigli nei quali si dibattono i protagonisti.

Tratto dall’opera teatrale “Speaking in tongues” di Andrew Bovell.

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