Lascia perdere Johnny di Fabrizio Bentivoglio – Italia – 2007 — Durata 104’

26 Febbraio 2022 | Di Ignazio Senatore

Caserta. 1976. Il diciottenne Faustino Ciaramella (Antimo Merolillo), figlio unico di Vincenza (Lina Sastri), rimasta vedova, deve dimostrare di aver un lavoro, altrimenti parte per il servizio militare. Ma lui suona (al nero) la chitarra in un’orchestrina che si esibisce nelle serate di piazza, diretta dal maestro Falasco (Toni Servillo), un trombettista, quasi sempre ubriaco, di professione bidello.

L’impresario è Raffaele Niro (Ernesto Mahieux), un personaggio, sui generis, da anni nel giro, che vivacchia con qualche piccolo e truffaldino espediente. Il famoso maestro Augusto Riverberi (Fabrizio Bentivoglio) vuole mettere su una grande orchestra e Faustino, soprannominato dal maestro Johnny, è chiamato, come tuttofare, a dare una mano alla nascente ‘Piccola Orchestra di Augusto Riverberi”, che punta sulla calda voce di Gerri Como (Peppe Servillo).

Riverberi incontra Annamaria (Valeria Golino), una giovane manicurista e fa coppia fissa con lei. Ma Niro scompare nel bel mezzo della tournée, senza pagare gli orchestrali. Riverberi, che intanto ha sciolto il cuore di Vincenza, torna a Milano e, qualche tempo dopo, chiede a Faustino di raggiungerlo.

Esordio delizioso di Fabrizio Bentivoglio (con un passato di musicista), che s’ispira ai racconti di Fausto Mesolella degli Avion Travel e ci offre un disincantato ritratto di quelle orchestrine di provincia che, suonano nelle piazze di paese, dove ad ascoltarli ci sono quattro anime.

Anche se gli occhi sono puntati tutti su Faustino /Johnny, al regista interessano più i personaggi di contorno; su tutti Raffaele Niro, un impresario che, per mantenersi a galla, deve inventarsene una più del diavolo ed è disposto finanche a dare buca ai suoi stessi orchestrali.

Non meno disarmante è la figura del maestro Falasco che, per fare scena ingaggia dei figuranti che, salgono sul palco e fingono di suonare. Ma lo sguardo malinconico e disilluso di Bentivoglio, (che si cuce addosso un personaggio di irresistibile seduttore), è anche per il tenero Faustino, un ragazzo che ben presto comprende come il mondo musicale sia più ricco di ombre che di luci e che, dopo aver atteso, invano, per diversi giorni, in un paesino vicino Milano, il famoso maestro, deluso e sconsolato, all’albergatore lascia in pegno la sua chitarra e torna a casa.

In un cast dove tutti sono sugli scudi, da segnalare Peppe Servillo, “crooner” perfetto con la sua appassionata interpretazione di Amore fermati di Fred Bongusto. 

Per un approfondimento sul tema si rimanda al volume di Ignazio Senatore “Cantanti, musicisti e rock band”, edito da Arcana

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