Lezioni di felicità. Odette Tolulemonde di Eric-Emmanuel Schmitt – Francia, Belgio – 2008 – Durata 100’

10 Settembre 2024 | Di Ignazio Senatore

Parigi. Odette Toulemonde (Catherine Frot), vedova quarantenne, é la madre di due inquieti adolescenti; Rudy (Fabrice Murgia),  parrucchiere gay e di Sue Ellen (Nina Drecq) impiegata nel reparto cosmetici di un grande magazzino.

A riempire la sua vita anonima la lettura dei romanzi di Balthazar Balsan (Albert Dupontel), il suo scrittore preferito. Odette scopre che Balsan è in città per la presentazione del suo nuovo romanzo e si reca in libreria.

Quando gli chiede di autografare il volume è così bloccata dall’emozione che non riesce neanche a pronunciare correttamente il proprio nome.

Fortuna che Balsan nei giorni successivi é in un’altra libreria della città e Odette, per evitare di incepparsi nuovamente, gli consegna una lettera sincera e appassionata nella quale lo ringrazia per la felicità che i suoi romanzi le hanno procurato.

In televisione, però, l’ultimo romanzo di Balsan è duramente stroncato da Olaf Pims, conduttore di una rubrica letteraria, che lo accusa di essere uno scrittore modesto, amato solo dalle cassiere e dalle shampiste.

Abbandonato dalla moglie e dal figlio, Balsan tenta il suicidio. Smarrito, memore della lettera di Odette, lo scrittore si presenta a casa sua, chiedendole ospitalità. La dolce e materna Odette lo rinfranca, gli ridona fiducia e…

In questa favola metropolitana, dai toni grotteschi. Eric-Emmanuel Schmitt, all’esordio, ci delizia con questa commedia divertente che mette in campo uno scrittore che tenta il suicidio dopo aver scoperto di non essere ammirato dalla ristretta cerchia di intellettuali, bensì da un pubblico prevalentemente femminile, composto da persone semplici, poco attrezzate culturalmente, che amano la sua prosa elementare e di facile impatto.

Nel ricordarci che la letteratura è anche un’arte popolare e che può essere apprezzata anche da chi non ha la laurea e non conosce l’Odette di Marcel Proust, l’incolta, ma deliziosa, protagonista si dimostra più saggia e sensibile della spocchiosa mogliettina dello scrittore, dell’ottuso editore e dello stesso Balsan.

Parimenti Schmitt lancia gli strali contro quei critici, fin troppo velenosi e supponenti, che con le loro astiose e feroci critiche possono condizionare l’opinione pubblica, fino a rovinare la vita di un uomo.

Schmitt inserisce balli e canzoncine orecchiabili e s’affida a Catherine Frot ed Albert Dupontel in stato di grazia.

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