Qualche settimana prima dell’anteprima de La valle dell’Eden, Dennis Stock (Robert Pattinson), fotografo dell’agenzia Magnum, certo che James Dean (Dane DeHaan), giovane attore emergente, incarni quei valori ribellisti ed anticonvenzionali tipici della “gioventù bruciata”’ americana degli anni 50’, propone alla rivista Life un reportage su di lui. Dean, indolente, capriccioso e introverso, dopo molti tentennamenti, accetta di posare per Stock, anche lui alla ricerca di se stesso.
In questo deludente biopic, diretto da Anton Corbijn, l’idolo di generazioni di teen agers, non è mostrato come uno scapestrato votato agli eccessi o alla guida della sua fiammeggiante Porsche 550 spyder, bensì come un ventiquattrenne solo, senza amici, spezzato dentro, dopo la morte prematura della madre, abbandonato dalla fidanzata Anna Maria Pierangeli (Alessandra Mastronardi), recalcitrante alle rigide regole impostigli da Jack Warner (Ben Kingsely), il suo produttore-padrone. Pattinson se la cava ma lo sguardo addormentato di DeHaan che dapprima intriga, finisce per diventare figé.
Recensione pubblicata su Segno Cinema N. 201 – Settembre – Ottobre 2016
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