Linea mortale (Flatliners) di Joel Schumacher – USA – 1990 – Durata 111’

24 Agosto 2021 | Di Ignazio Senatore

Nelson (Kiefer Sutherland), studente di medicina, è ossessionato dall’idea di conoscere cosa accade quando i pazienti, entrati in coma, restano sospesi tra la vita e la morte.

In breve tempo, convince Rachel (Julia Roberts), David (Kevin Bacon), Joe (William Baldwin) e Steckle (Oliver Platt), giovani colleghi universitari, a sottoporlo a un esperimento che provocherà, per qualche secondo, l’arresto del suo battito cardiaco e farà risultare piatto, l’EEG.

Dopo aver fissato qualche immagine, Nelson rispolvera un ricordo infantile che aveva seppellito nella mente; quando era bambino aveva causato, involontariamente, la morte di Billy Mahoney, un compagno di giochi, vittima dei suoi scherzi feroci.

Nei giorni successivi Nelson non svela agli amici il rimosso che lo sta  perseguitando e li invita a sottoporsi egualmente all’esperimento e a allungare sempre più la durata.

Escluso Steckle, tutti accarezzano, per qualche secondo, il brivido della morte ma, qualche giorno dopo, Joe è braccato dal rimorso per aver ripreso, in passato, con una videocamera, a insaputa delle sue partner, gli incontri amorosi,

David non si perdona di aver perseguitato Winnie, una compagna di scuola e Rachel, rivede la scena del padre, eroe di guerra, che si suicidò, quando lei aveva cinque anni.

Per recuperare la serenità perduta, David si mette sulle tracce di Winnie che lo perdona per i torti subiti; Nelson e Rachel riescono, dopo qualche tormento, a liberarsi dei propri fantasmi, e Joe è abbandonato dalla ragazza.

 

Disertate, intelligentemente, ogni velleità di stampo filosofico, mistico e metafisico, Schumacher si affida ad una narrazione abbastanza convenzionale e non riesce a rendere in immagini un tema che avrebbe meritato un tocco più visionario.

“Lo faccio solo per vedere se c’è qualcos’altro dopo la morte. La filosofia ha fallito, la religione ha fallito, ora deve scoprirlo la scienza medica. L’uomo ormai merita una risposta.”

Con questa spavalda dichiarazione Nelson, sempre più avido di conoscenza e divorato dalla sete del sapere, convince i giovani colleghi a sottoporsi all’esperimento e scopre  che, in quegli attimi in cui si lotta tra la vita e la morte, ognuno materializza, con immagini nitide, i fantasmi del proprio inconscio.

Il film è arricchito dalle splendide allucinazioni in bianco e nero di Joe e da quelle, in rapidissima successione, che mostrano gli incubi di Nelson.  Sottotraccia, il regista lascia intendere  che non conviene sfidare la morte e i confini della scienza, così da non incorrere nel rischio di sconfinare nella follia.

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