Grazie alla collaborazione di Cojo (John George) un nano scaltro ed astuto, Alonzo (Lon Chaney) un uomo dotato di due pollici per mano, finge di non avere le braccia (che tiene legato dietro la schiena con un corsetto) e si esibisce in un circo gitano lanciando i pugnali con i piedi. La sua partner è Nanon (Joan Crawford) figlia di Antonio Zanzi (Nick De Ruiz), il proprietario del circo ed è affetta da una patologica avversione per le braccia degli uomini. Alonzo è innamorato perdutamente di Nanon che da tempo respinge sdegnata la serrata corte di Malabar (Norman Kerry), il forzuto del circo che, ad ogni occasione, prova a sedurla e ad abbracciarla. Antonio smaschera Alonzo che non esita a strangolarlo; nessuno sospetta di lui, ma Nanon, nel buio ha scoperto che l’assassino ha due pollici per mano. Alonzo si prende cura di Nanon che, per ricambiarlo, lo stringe a sé e lo abbraccia. Alonzo è raggiante, ma il fido Cojo lo mette in guardia e gli ricorda che Nanon potrebbe scoprire che ha le braccia. Alonzo ricorre ad un chirurgo, suo amico, a cui chiede di amputargliele e, dopo un periodo di convalescenza, ritorna da Nanon e scopre che lei, non solo ha superato la sua atavica fobia ma sta per sposare Malabar. Alonzo è spezzato dentro dal dolore ma medita la vendetta e, durante un numero che Malabar sta eseguendo, fa inceppare una leva per permettere che due cavalli, che corrono su un tapin roulant in direzione opposta, gli strappino le braccia. Nanon interviene in difesa del suo amato ed allora Alonzo per salvarla da un cavallo imbizzarrito, muore travolto dall’animale.
Capolavoro del cinema muto sceneggiato dallo stesso Lon Chaney. Il regista più che puntare sulle straordinarie performance fisiche del protagonista (che riesce a snodare il proprio corpo ed a fargli assumere delle posizioni degne di un contorsionista) impagina un melodramma che è entrato nella storia del cinema. “Le mani degli uomini come le odio. Dio avesse mostrato saggezza se avesse tolto le mani agli uomini. Ho paura quando un uomo mi tocca. Alonzo sei l’unico di cui non ho paura”è quello che la fragile e spaventata Nanon confessa trepidante ad Alonzo che, invaghitosi di lei, per legarla definitivamente, a sé, giunge a farsi amputare entrambe le braccia. Il geniale e visionario Browning, autore dell’indimenticabile Freaks, non scava sui motivi che hanno generato la patologica avversione nella giovane protagonista ma, sottotraccia, lascia intendere che la sua fobia ha dei chiari connotati sessuali e che la mutilazione delle braccia di Alonzo sia un esplicito rimando alla castrazione. Il regista dosa alla perfezione la narrazione e confeziona un dramma che ha il suo culmine quando Alonzo, dopo essersi fatto amputare le braccia, si presenta festante a Nanon che, ignara del suo gesto, raggiante gli confessa: “Non ho più paura” e gli mostra Malabar che la stringe teneramente tra le sue braccia. Impietosamente il regista ci mostra, il volto sofferente di Alonzo, devastato da quella rivelazione ed incapace di confessare all’amata il proprio dramma interiore. Suggestiva fotografia in bianco e nero di Merritt B. Gerstad. Liberamente ispirata alla novella:”K” di Mary Roberts Rinehart.
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