La vedova Lora Maredith (Lana Turner) sogna di sfondare come attrice teatrale e ha bisogno di chi si prenda cura della figlia, la piccola Susie (Terry Burnham).
Sulla spiaggia, Lora incontra Annie Johnson (Juanita Moore) una nera, madre di Sarah Jane (Karin Dicker), una bambina bianca come il latte, che accetta di buon grado di farle da governante.
Lora non vuole rinunciare al sogno di calcare i palcoscenici e s’imbatte in un cinico impresario che, senza peli sulla lingua, le suggerisce che, per far carriera deve andare a letto con qualche produttore.
Steve Archer (John Gavin), un giovane fotografo che le fa il filo da tempo, prova a convincerla a riporre i suoi sogni in un cassetto e le propone di sposarla, ma lei, cocciuta e testarda, si sottopone ad un altro provino dove incanta il regista che le affida il ruolo di protagonista.
Sul palco ottiene un trionfo e, dopo una sfavillante tournée in giro per l’America, diventa ricca e famosa.
Annie, non più assillata dai problemi economici, continua a prendersi cura di Susie, ma è profondamente infelice perché Sarah Jane, infatti, nasconde a tutti che lei è sua madre e l’invita, in più occasioni, a farsi da parte, per non rovinarle la vita.
Per sbarazzarsi definitivamente di lei, Sarah Jane si trasferisce in un’altra città, dove si esibisce come spogliarellista in un night-club.
Annie va a farle visita e il proprietario del locale, avendo intuito che è la madre della ragazza, la licenzia. Annie non la cerca più e il giorno del suo funerale, Sarah Jane si dispererà sulla sua bara e le chiederà perdono.
Sirk propone il remake del film diretto da John M. Stahl nel 1934 e impagina un melodramma vibrante e passionale che mette in scena quattro donne, egualmente infelici. Pur di raggiungere il tanto desiderato successo Lora abdica al ruolo di madre e condanna la figlia a crescere allevata amorevolmente da Annie.
Susie (Sandra Dee), divenuta adolescente, s’innamora di Steve e accarezza il sogno di sposarlo ma la madre, ignara della sua infatuazione, le strappa il principe azzurro.
Annie, condannata dal colore della pelle, prova, invano, a farsi accettare dalla figlia.
Sarah Jane è vittima di un destino beffardo che le permette di vivere nella lussuosa casa di Lora, di frequentare i suoi ospiti ricchi e famosi, ma di essere sempre considerata la Cenerentola di casa, perché figlia di una governante nera.
Senza scivolare nel moralismo, Sirk contrappone da un lato i buoni (la materna Annie e la tenera Susie) e dall’altro i cattivi (l’anaffettiva Lora e l’arrivista Sarah Jane) e sottolinea come la frenetica corsa al lusso ed al successo non garantiscono né il benessere, né la felicità.
Un finale strappalacrime non fa a cazzotti con lo script e non pregiudica la pellicola. Splendida la fotografia di Russell Metty, avvolgenti le musiche di Frank Skinner e magnetico il gospel, Trouble of the world cantato da Mahalia Jackson, al funerale di Annie. Dal romanzo Imitation of Life di Fannie Hurst.
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