L’ospite d’inverno (The winter guest) di Alan Rickman – GB – 1997 – Durata 110’

19 Febbraio 2022 | Di Ignazio Senatore
L’ospite d’inverno (The winter guest) di Alan Rickman – GB – 1997 – Durata 110’
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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La fotografa Frances (Emma Thompson) è rimasta vedova da poco e, cupa e depressa, trascorre le giornate, ciondolando per casa. Invano Alex (Gary Hollywood). il figlio sedicenne prova a scuoterla dal torpore che l’immobilizza. La madre Elspeth (Phyllida Law) ha uno spirito fin troppo battagliero e non lesina di lanciarle frecciate velenose e di attaccarla per la sua scelta di voler cambiare vita e di volare via in Australia. Frances incolla lentamente i cocci della propria vita, decide di restare al fianco della madre e riprende a fotografare. Contemporaneamente si snodano le storie di Chloe (Sandra Voe) e Lily (Sheila Reid) , due insolite vecchiette con l’hobby di partecipare ai funerali e quelle di due adolescenti Tom (Sean Biggerstaff) e Sam (Douglas Murphy) che,  alla ricerca di se stessi, marinano la scuola.

Rickman mette stancamente in scena il testo teatrale di Sharman Macdonald, sceglie il bianco come nota cromatica dominante e costringe lo spettatore a saltellare di continuo tra le diverse storie. Troppo banale l’ambientazione nel ghiacciato e innevato paesino della Scozia per sottolineare la freddezza ed il gelo che attanaglia il cuore di Frances e troppo sfuocate e prive di fascino le altre sottostorie. Il regista mette in campo il conflittuale rapporto tra Frances e l’odiosa madre che, per tutta la durata del film, non solo sembra incapace di accogliere il dolore della figlia ma la punzecchia, la tormenta, la critica e, senza peli sulla lingua, le dice: “Sono contenta che tuo marito è morto. Io almeno non ho costellato la vita di disastri come hai fatto tu e non mi aspetto assolutamente niente da te. Tu sei una persona talmente chiusa. Dopo quello che  successo, io pensavo che ci saremmo avvicinati, che tu avresti avuto bisogno di una persona, che avresti avuto bisogno di me. Perché non provi ad arrabbiarti?” E quando sul finale Frances riprende nuovamente a scattare qualche foto, la svalutante e squalificante Elspeth si rivolge a Tom e gli dice:“Cosa vuoi che veda? E’ solo uno scudo che la separa dal mondo. Fotografare matrimoni è questo il suo futuro”. Frances è descritta come una donna spezzata dentro dal dolore per la morte del marito ma il regista lascia troppo sottotraccia la sua sofferenza che esplode solo nel finale in un urlo disperato e liberatorio. A fare da contorno alle loro vicende Alex, un adolescente complessato che mentre sta per avere la sua prima esperienza sessuale con Nita (Arlene Cockburn) si blocca e le due insolite vecchiette dal gusto necrofilico. Da segnalare una riflessione di Frances che si rivolge alla madre ed, indicando la macchina fotografica, le dice: “Questa vede quella che dico io. Scopre l’animo delle persone, vede quello che hanno dentro. Se sono fortunata mi mostrerà anche i loro segreti, li porterà allo scoperto uno ad uno.”

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