Jeff Gerber (Godfrey Cambridge), agente di assicurazioni ed incallito razzista, vive con la moglie Altea (Estelle Parsons) e i suoi due bambini in una piccola cittadina del sud dell’America. Jeff ha la passione per le lampade solari e una mattina, magicamente, si ritrova con la pelle nera come un carbone. Prova, invano, a sbiancarsi con creme, saponi e detersivi e dopo essersi rintanato in casa per qualche giorno, affronta la realtà e si presenta in ufficio. Il signor Towsend (Howard Caine), odioso principale, cerca di approfittare della sua paradossale situazione e gli propone di estendere le polizze assicurative nei quartieri dei neri. Ben presto le certezze di Jeff iniziano a vacillare; Althea è sempre più nervosa ed emotivamente distante, i vicini di casa rumoreggiano, i colleghi d’ufficio sono scostanti e Towsend è su tutte le furie perché sta facendo aprire gli occhi ai neri che in passato avevano stipulato dei contratti capestro con la sua agenzia. La conferma che Jeff ha un negro fra gli antenati è la goccia che fa traboccare il vaso; i vicini gli impongono di andare via e lo costringono a vendere casa e Althea vola con i figli dalla sorella ad Indianapolis. Jeff ha una breve avventura con Erica (Kay Kimberly), collega di lavoro, ma quando scopre che lei va a letto con lui solo perché si eccita a far l’amore con un nero, la pianta. Dopo aver dato il benservito a Towsend, Jeff apre una propria agenzia assicurativa e, sempre più risoluto e determinato, è pronto ad affrontare il futuro.
Il regista padre del cinema black americano dirige una pellicola agrodolce; divertente e frizzante nella prima parte, amara e riflessiva nella seconda. Van Peebles non vuole confezionare un film militante ma è politicamente incisivo e, con un tocco irriverente, mette alla berlina l’ipocrisia e il razzismo strisciante dei bianchi. Jeff è descritto come uno sbruffone, antipatico, vuoto, e superficiale che lancia battute sprezzanti contro i neri ma, dopo aver mutato il colore della pelle, apre gli occhi sulla realtà e, passo dopo passo, acquisisca una maggiore coscienza di se stesso. Dura e sferzante la scena finale con il protagonista che, insieme ad altri suoi amici neri, si addestra in palestra con dei nerboruti bastoni di legno ed è pronto a combattere.
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