Edoardo (Francesco Casale) detto Dodo, giovane professore di letteratura francese, vive con Silvia (Katarina Vasilissa), la bella e sensuale moglie, nella casa dell’anziano padre Alberto (Franco Bianciarotti) dongiovanni impenitente assistito da Fausta (Cristina Caravaglia), una disinibita governante. Edoardo e Silvia vanno in crisi; lei lo abbandona, ma poi ritorna da lui.
Il maestro dell’erotismo italiano mette in scena l’omonimo romanzo di Alberto Moravia e punta sulle armoniche forme della solare protagonista. A differenza dei suoi film precedenti, Brass non solo ci mostra una sessualità dolente e poco gioiosa, ma ci lascia intendere che il voyeurismo di cui è affetto il protagonista non è l’episodica trasgressione di un impenitente libertino, ma la conseguenza di un trauma (la scena primaria) subito nell’infanzia. Incapace di avere rapporti affettivi adulti, l’uomo accoglierà la moglie tra le sue braccia, nonostante sia sommerso dell’atroce dubbio che lei l’abbia tradito con suo padre. Di grande effetto visivo le allucinazioni di Dodo che in una spiaggia di nudisti è convinto di vedere il viso di sua moglie in tutte le gaudenti bagnanti.
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