Il giovane pittore Arcibaldo Spatafora (Willy Colombini) vive con Gioia (Edwige Fenech) ed altre amiche hippy in un appartamento, trasformato in una comune.
Ribelle e anticonformista, si rifiuta di dipingere in maniera convenzionale e, per pagare i debiti e gli affitti arretrati, realizza un quadro, schiacciando la tela sul sedere e sui seni di Gioia, colorati per l’occasione.
Grazie all’astuto Eros (Rainer Basedow) lo vende a Max Lafond, un ricco critico d’arte che lo compra, a patto di sbarazzarsi della svitata Luisa (Marcella Michelangeli), che va a vivere con Spatafora.
I due fanno coppia fissa e Gioia, intanto, lascia credere a un ricco produttore di andare a letto con lui, se, in cambio, organizza una mostra dei quadri di Spatafora.
All’inaugurazione il pittore si spoglia nudo, scandalizza gli invitati e attira l’attenzione dalla stampa.
Per il clamore suscitato, ottiene una cattedra presso una scuola d’arte e l’ambasciatore di San Martino gli conferisce l’Ordine del pennello d’oro. Ma lui è attratto da Brunilde (Alexandra Marischka), giovane misteriosa violoncellista che…
In questa commedia dai toni grotteschi, si respirano gli umori, i sapori e il linguaggio che fu tipico della contestazione ribellista di fine anni Sessanta.
Deciso a mettere alla berlina il mondo dell’arte e dei pittori, Marischka (Deviati, La locanda dell’allegra mutanda…) mostra l’eclettico e sfrontato protagonista che s’inventa sempre nuove tecniche pittoriche per sbalordire i critici e spillare dei soldi ai ricchi e ignoranti compratori che, non avendo alcun gusto estetico, acquistano i suoi quadri solo perché di moda.
La trama è fragile e leggerina e le “invenzioni” del “geniale” artista fanno sorridere per la loro ingenuità.
Il regista, infatti, mostra Spatafora che, senza utilizzare mai il pennello, compone i quadri utilizzando i sederi e i seni delle amiche hippy come stampo o lanciando, a casaccio, sulla tela dei colori, come fossero freccette.
ùNon poteva mancare della musica elettronica in sottofondo, qualche balletto, un paio di seni nudi messi in bella mostra, ma dipinti con dei disegni a forma di fiori. Da segnalare una citazione al celebre film Il dottor Zivago di David Lean.
Questo sito utilizza strumenti di raccolta dei dati, come i Cookie. Questo sito utilizza Cookie tecnici e di terze parti per fornire alcuni servizi. Maggiori Informazioni
Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.