L’uomo di Talbot di Arto Paragamian – USA – 2000

20 Dicembre 2014 | Di Ignazio Senatore
L’uomo di Talbot di Arto Paragamian – USA – 2000
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Il professor Benjamin Casparian (John Turturro) di origini armene e famoso studioso di paleontologia, ha appena divorziato dalla moglie Amanda (Katherine Borowitz). Lui soffre di frequenti mal di testa, di cali di udito e di perdita di memoria e si rivolge ad una dottoressa che, dopo una serie di accertamenti, gli diagnostica il Morbo di Talbot, una rara malattia al cervello, incurabile, con una prognosi infausta che non supera il mese di vita. Benjamin scopre di non aver nemmeno il tempo per fare i conti con i propri ricordi ma, prima di spegnersi decide di realizzare un suo ultimo sogno; riportare nella terra natia le ceneri dei propri genitori armeni. Dopo una serie di colpi di scena, nel finale consolatorio Benjamin, dopo aver incollato i cocci del proprio passato recupera il rapporto con l’ex moglie.

Commedia grottesca ed agrodolce, venata da una piccante ironia. Il regista spiazza tutti nel non regalare al protagonista una oceanica depressione, né un melanconico ripiegamento su se stesso ma lo  mostra come un uomo che senza isterismi e con stoica rassegnazione, accetta il proprio infausto destino. Paragamian dissemina la narrazione di momenti di irresistibile comicità e dopo aver giocato con il contrasto tra l’imperturbabile protagonista e la frenesia e l’agitazione di Amanda e di Jeremiah (Oleg Kisseliov) il suo inseparabile amico, ci mostra Benjamin che sta per impiccarsi nel proprio appartamento; proprio in quell’attimo gli telefona Daphne (Vanja Rose) una  studentessa con la quale lui aveva avuto un’avventura erotica che gli fa cambiare improvvisamente programma. Il regista punta sulle sorprese e sui paradossi e ci mostra il tenero protagonista che regala il proprio cervello (che s’ingrossa giorno dopo giorno) alla scienza ed organizza una festa dove invita gli ospiti a portarsi via i pezzi dell’arredamento di loro gradimento. Esilarante la scena che mostra Beniamin che parte per l’Armenia ma all’aeroporto scopre che le valigie con le ceneri dei genitori sono misteriosamente scomparse. Da segnalare dei deliziosi virtuosismi di macchina (ogni qual volta Banjamin prende un caffé nella tazzina si rivede lui bambino in dei vecchi filmati in bianco e nero).

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