Jorge Borges affermava che nei nomi che si scelgono si nasconde il destino. Abel, (Louis Garrel) attraente ed affascinante è, infatti, un trentacinquenne (troppo?) passivo e remissivo. Quando Marianne (l’incantevole Laetitia Casta) lo pianta in asso, perché incinta di Paul, il suo migliore amico e gli comunica che a giorni lo sposerà, Abel non batte ciglio. Alla morte di Paul, otto anni dopo, Abel ritorna come un cagnolino tra le braccia dell’indimenticata amata e si lascia manovrare da lei come un burattino. Garrel (alla seconda regia) punta sulla voce fuori campo dei protagonisti e tinge simpaticamente di giallo la commedia.
I dialoghi sono ben calibrati. la confezione è elegante, l’entrata in scena di Eve (Lily-Rose Depp), sorella di Paul e innamoratissima di Abel e dell’irresistibile Joseph, figlio di Marianne, rendono ancora più gustosa la vicenda. Tutto sembra perfetto, si respira aria di Nouvelle Vague e la sceneggiatura è dello stesso Garrel e di quel genio di Jean-Claude Carrière. Eppure si esce dalla sala con la sensazione che alla minestra manchi un pizzico di sale.
Recensione pubblicata sulla Rivista Segno Cinema 219 – Settembre – Ottobre 2019
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