Magnifica ossessione (Magnificent obsession) di Douglas Sirk– USA – 1954 – Durata 108’

21 Dicembre 2014 | Di Ignazio Senatore
Magnifica ossessione (Magnificent obsession) di Douglas Sirk– USA – 1954 – Durata 108’
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Bob Merrick (Rock Hudson), ricco e viziato playboy, ex studente di medicina, scorrazza sul lago con il suo potente motoscafo e, nel fare il guascone con una sua fiamma, è vittima di un incidente.

Per salvarlo, il personale medico gli procura l’unico respiratore in città, generalmente utilizzato dal dottor Phillips, un uomo generoso e molto stimato professionalmente, che, a seguito di un attacco di cuore, muore.

Bob, è ricoverato nella clinica del dottor Phillips, e si comporta in maniera scostante e arrogante.

Stufo, fugge di nascosto, ma, essendo ancora debole fisicamente, sviene, ed è raccolto in auto da Helen (Jane Wyman), vedova del dottor Phillips. Bob, ignora chi sia, inizia a corteggiarla e, soprattutto, è all’oscuro delle cause che hanno causato la morte del dottore.

Messo al corrente degli avvenimenti e roso dai sensi di colpa, si dischiara disponibile a versare una notevole cifra a Helen, che rifiuta l’offerta.

Avendo saputo che per la generosità e le attività filantropiche del dottor Phillips, Helen e la figlia Joyce (Barbara Rush), versano in cattive acque, Bob versa loro, in incognito, una grossa cifra, lasciando credere che sia stata elargita da una fantomatica assicurazione.

Cocciuto e testardo, insiste nell’incontrare Helen che, per sottrarsi alle sue insistenti richieste, rimane vittima di un incidente d’auto e perde la vista. Joyce impone a Bob di starle alla larga, ma lui non si dà per vinto e, senza mai comparire in prima persona, si adopera affinché lei contatti i più grandi oculisti del mondo.

Non pago, diviene amico della donna, sotto le mentite spoglie del signor Robert Robinson, e trascorre ore al suo fianco.

Dopo aver espugnato il suo cuore, le chiede di sposarlo, ma quando le rivela la vera identità, lei scappa via, facendo perdere le proprie tracce.

Bob la ritrova, dopo lunghe ricerche, e, avendo ormai terminato gli studi in medicina, la opera, ridonandole nuovamente la vista.

Melodramma inondato da uno splendido e fiammeggiante Technicolor che mette in scena il dramma di un uomo ossessionato dal bisogno di pareggiare i conti con la propria coscienza.

E’ lo stesso Bob che, redento, dichiara l’intenzione di prodigarsi per il prossimo e nell’apprezzare il suo lodevole intento, si sentirà rispondere: 

“Il consacrare la propria vita agli altri, il dedicare le proprie forze ad un sublime ideale, le costerà molti sacrifici. Una volta presa questa strada è impegnato, non potrà più tirarsi indietro ma scoprirà la fonte della sua forza motrice e finirà ossessionato ma, mi creda, sarà una magnifica ossessione.”

Il film può far sorridere per la sua ingenuità e per la patologica ossessione con la quale Bob ronza intorno ad Helen, ma l’intera vicenda rispecchia in pieno la poetica sirkiana, fatta di irrefrenabili slanci emotivi, passioni ardenti e di un pizzico di mieloso e decadente romanticismo.

Remake del film del Al di là delle tenebre di John Sthal (1935). Splendida la fotografia di Russell Metty. Dal romanzo del 1929 di Lloyd Cassel Douglas. Hudson in una delle sue migliori interpretazioni.

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