La contessa Eugenia Fabiani (Marina Frajese), proprietaria di un albergo di lusso sul mare, ospita in pieno inverno lo scrittore inglese Tom Mac Laglen che, accompagnato dalla moglie Sara, è alla ricerca di ispirazione per il suo nuovo romanzo. In prossimità dell’hotel c’è una struttura dove dei pazienti psichiatrici, sotto la vigile sorveglianza di alcune suore, giocano a calcio e trascorrono delle ore all’aperto sulla spiaggia. Fosca (Cristiana Borghi), la serva della contessa e sua amante, si diletta, di nascosto, a deridere ed umiliare uno dei pazienti, provocandolo ed eccitandolo. Dopo le prevedibili effusioni tra Sara e la contessa ed i tradimenti di Tom con Fosca, nel finale orrifico, i cinque matti scappano dalla struttura dove erano ricoverati e mutilano le mani ad Eugenia, responsabile della morte di Fosca. In questo erotico, dal sapore hard, la cui esile ed incomprensibile trama è un mero pretesto narrativo, il regista cita Brueguel il vecchio e il suo famoso dipinto “La parabola dei ciechi” e descrive i “matti”, come dei soggetti ipodotati intellettivamente e definiti spregevolmente dal dottor Oscar, il direttore della struttura, come dei “mostri”, degli “uomini non finiti che agiscono solo degli appetiti primordiali”.
Per i rimandi filmografici, le schede film ed un esaustivo approfondimento sul tema si rimanda ai volumi “Cinema Mente e Corpo” e “Cinema (italiano) e psichiatria” di Ignazio Senatore – Zephyro Edizioni.
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