Un folle cade nel vuoto nel tentativo di scappare da Bedlam (Bethlehem House for Insane), il triste manicomio della regione. In una carrozza lord Mortimer (Billy House) assiste al tragico incidente e rivolgendosi a Nell (Anna Lee), la sua protetta, la invita a visitare quel luogo “buffo”, dove un visitatore, “pagando solo due penny, può divertirsi un mondo nel vedere i matti nelle gabbie”. La ragazza si lascia convincere e l’indomani visita la lugubre struttura diretta da George Sims (Boris Karloff), un individuo sadico e spregevole. Nell esce profondamente turbata dalla visita e convince Mortimer a migliorare le condizioni di quei poveri disgraziati regalando loro coperte nuove, paglia fresca, sapone e bende. Sims, temendo di perdere il controllo sui pazienti, lo convince a non intervenire e, con uno stratagemma, riesce invece a far ricoverare la ragazza. Giunta nel manicomio, Nell si prende cura degli ospiti del reparto che ricambiano, proteggendola. Sims riceverà allora il giusto castigo: ucciso dagli stessi ricoverati, verrà murato nel manicomio.
Lungi dal voler essere un manifesto politico o un atto d’accusa contro i disumani trattamenti dell’epoca, il film mette in primo piano, in maniera un po’ romanzata, la figura della nobile eroina che si batte per il miglioramento delle condizioni dei malati di mente. La pellicola appare francamente datata da un punto di vista sia stilistico sia recitativo, ma ha l’indubbio pregio di essere un ottimo affresco dell’epoca e di testimoniare le misere condizioni di ricovero degli ammalati nel tardo Settecento. Robson sottolinea con forza, come in pieno Illuminismo il folle fosse considerato colpevole perché aveva permesso agli istinti di prevalere sulla ragione. Non manca un po’ di retorica e qualche scena troppo lacrimevole (il paziente che recita al ricevimento di lord Mortimer e che morirà soffocato perché il suo corpo era stato ricoperto di vernice dorata). Il regista chiude la vicenda, rassicurando lo spettatore con una scritta che compare prima dei titoli di coda: “Le riforme iniziarono nel 1773 e poco dopo fu eretto un nuovo ospedale. E da allora, Bedlam, una volta simbolo di terrore e di maltrattamenti, è stata all’avanguardia nella cura illuminata e razionale degli ammalati di mente”. Nonostante la modesta carica rivoluzionaria, il film fu bocciato dalla censura britannica che non gli rilasciò il certificato di distribuzione nel Regno Unito.
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