A seguito di un tuffo in mare Ramón Sampedro (Javier Bardem) è diventato tetraplegico ed é immobilizzato da circa trent’anni a letto. L’uomo, lucido e deciso, sta spendendo, da anni, la vita nel chiedere al Governo spagnolo il diritto a porre fine alle sue sofferenze ed a concedergli il diritto ad una morte dignitosa. Intorno a Ramòn un caldo ed affettuoso nucleo familiare; Julia (Belén Rueda) una coraggiosa avvocatessa colpita da una malattia degenerativa che si batte affinché a Ramon siano riconosciuti i suoi diritti e Rosa (Lola Duenas), madre di due figli. Intorno a Ramon poi una giornalista sensibile, un’associazione per i diritti umani ed il solito prete che sputa sentenze e che si riempie la bocca della parola amore.
Più che un film sull’eutanasia o sul senso della vita e della morte, Amenabar impagina una palpitante vicenda che ruota intorno al diritto di un soggetto di poter scegliere una morte autodeterminata, libera e consapevole,. Ma dietro la vicenda emergono altri “scottanti” interrogativi.“Può uno Stato laico negare il diritto ad un cittadino di scegliere di voler morire?”, “Si può considerare vita, un’esistenza che ti condanna, inesorabilmente, alla perenne immobilità?”
Generalmente quando ci si trova di fronte a dei temi così spiazzanti, il rischio è quello limare alla perfezione lo script, prediligendo i dialoghi e lo scavo psicologico dei personaggi, finendo, inevitabilmente, per lasciare la messa in scena. Il giovane regista cileno, autore anche delle musiche, compone un film visivamente perfetto, dove nulla sembra essere lasciato al caso. Da incorniciare la scena quando Ramòn si alza dal letto e vola per incontrare sulla spiaggia l’incantevole e solare Julia. Amenabàr dice di amare Kubrick, Bergman e Spielberg ma cita l’incipit di C’era una volta il west, di Sergio Leone e ci mostra una splendida carrellata aerea solcata da una musica, in sottofondo, il cui volume aumenta passo dopo passo, con l’avanzare dell’inquadratura.
Leone d’argento al Festival di Venezia (2004). Gran Premio della Giuria e Coppa Volpi a Javier Bardem al Festival del Cinema di Venezia (2004) Oscar 2005 come miglior film straniero. David di Donatello (2005) come miglior film dell’Unione Europa.
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