C’era una volta, come recita il titolo originale del film, l’affido congiunto dei figli. La regista Alexandra Leclère smarca tutti e propone, invece, un’altra rivoluzionaria soluzione; l’affido congiunto del marito.
Sandrine (Valèrie Bonneton), madre di due figli, scopre che Jean (Didier Bourdon), con il quale è sposato da quindici anni, è l’amante di Virginie (Isabelle Carré) e, senza strapparsi i capelli o fare scenate di gelosie, in accordo con la rivale, decide di vivere con l’amato a settimane alterne.
Tutti sembrano contenti, ma gli imprevisti e i contraccolpi non mancano.
Commedia grottesca ma deboluccia che, nella prima parte strappa qualche risata (“Non parlate male dell’amante di papà”, tuona Sandrine, rivolgendosi ai figli), ma che, al di là di alcune scenette divertenti, ha proprio nello script il tallone d’Achille.
Bourdin e Bonneton sembrano due pesci fuor d’acqua e Carrè è sottotono. Chi strappa applausi è invece, l’irresistibile Hèlene Vincent, l’arzilla e schioppettante madre di Sandrine.
Recensione pubblicata su Segno Cinema n 219 Settembre – Ottobre
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