Marnie di Alfred Hitchcock – USA – 1964 – Durata 129’

10 Febbraio 2021 | Di Ignazio Senatore
Marnie di Alfred Hitchcock – USA – 1964 – Durata 129’
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Marnie (Tippi Hedren) cleptomane incallita, sfruttando fascino, bellezza ed il suo faccino acqua e sapone, riesce a farsi assumere in alcune ditte e, conquistata la fiducia dei principali, li alleggerisce dei contanti che hanno depositato in cassaforte. Mark Rutland (Sean Connery) un ricco uomo d’affari, pur conoscendo il suo torbido passato, l’assume, se ne innamora, la sposa e durante la luna di miele prova a baciarla. Fredda e distante, lei lo respinge ed a muso duro gli comunica che non permetterà mai a nessun uomo di toccarla. Mark non si perde d’animo, ingaggia un detective e scopre che Marnie, bugiarda patologica, le aveva tenuto nascosto l’esistenza di Berenice (Louise Latham) l’anziana madre che viveva da sola a Baltimora. Decide allora di volare con Marnie da lei e, nel corso di un drammatico faccia a faccia, scavando nel loro passato, scopre che un evento traumatico aveva condizionato da piccola la moglie; dopo averglielo fatto rivivere catarticamente, la libera dal blocco psicologico.

Film considerato tra i meno riusciti di Hitchcock che fece flop al botteghino ed avrebbe meritato un generoso taglio in sede di montaggio. Sin dalle prime battute il maestro del brivido lascia intuire che qualcosa di terribile deve aver sconvolto la mente della giovane protagonista; allo scoppio di un temporale trema come una foglia, va in crisi se vede una macchia di color rosso, ha degli incubi notturni e durante la luna di miele tenta il suicidio. Hitchcock lambisce più generi e costeggia il poliziesco, il sentimentale, il thriller psicologico e, sul finale, svela che Marnie, ancora bambina, mentre fuori divampava un violento temporale, uccise con un attizzatoio un marinaio, uno dei tanti clienti della madre che viveva prostituendosi. Come in Io ti salverò il regista ripropone sullo schermo l’ennesimo personaggio che, vittima di un trauma infantile, rivivendolo, guarisce miracolosamente ma inverte i ruoli ed in luogo della dolce Costance che libera John dai suoi fantasmi, affida al deciso e concreto Mark il ruolo dell’eroe che guarisce la sua amata.

Nel corso del film il regista punta sull’innocenza della protagonista e sulla sua disperata ricerca di ottenere un rifornimento affettivo da parte della gelida madre a cui prova, invano, a scioglierle il cuore. La scena finale del disvelamento del trauma è abbastanza pasticciata e l’idea che Marnie, rivivendo il passato, regredisce e parla con la voce da bambina, strappa qualche sorriso. Complesso, perverso ed ambivalente anche il personaggio di Mark che avrebbe sposato Marnie perché attratto dalla sua cleptomania. Nel finale consolatorio il regista prova a restituire un pizzico d’umanità alla vecchia ed insensibile Berenice e lascia intendere che la tormentata Marnie ritroverà la felicità perdita.  Nel cast Diane Baker nei panni della scaltra ed affascinante Lil. Avvincente la fotografia di Robert Burks e magnetica la musica di Bernard Herrmann. Da un romanzo di Winston Graham.

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