Masoch di Franco Brogi Taviani – Italia – 1980 – Durata 109’

Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore

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Lo scrittore Leopold Sacher-Masoch (Paolo Malco) sposa la guantaia Aurora Rümelin (Francesca De Sapio) e, da quel momento in poi, la chiama Wanda, come la protagonista de La venere in pelliccia, il suo romanzo più famoso. Personalità perversa e disturbata, Leopold chiede sempre con maggiore insistenza alla moglie di picchiarlo, frustarlo e umiliarlo. Lei cerca dapprima di sottrarsi alle sue malsane voglie ma poi, per amor suo, finisce per piegarsi al suo volere. Passano gli anni e Masoch, con il pretesto di trarre ispirazione per i suoi romanzi, chiede a Wanda di tradirla con altri uomini per poterla spiare. Con riluttanza, lei si concede ad Alexander (Fabrizio Bentivoglio) e  diventa l’amante di Armand (Claudio Sorrentino). Masoch, intanto, frequenta un’altra donna, chiede il divorzio da Wanda e muore dieci anni dopo.

Esordio alla regia del fratello minore di Paolo e Vittorio Taviani che ambienta il film a Vienna, nella seconda metà del Novecento e si ispira alle memorie di Wanda Sacher-Masoch. Il famoso scrittore è descritto come una personalità complessa che, chiede alla moglie di trattarlo come uno schiavo, in realtà è lui che la domina, che stabilisce le regole del gioco e che decide quando e come farsi frustare e picchiare. Il film parte in sordina ma la follia del protagonista esplode passo dopo passo, Più che un uomo dominato dal vizio e dalla lussuria, Masoch è descritto come un infelice, vittima delle proprie perversioni.  L’ambientazione è ben curata, i costumi sono splendidi ma la pellicola implode in se stessa  ed il regista, per non scivolare nell’erotico vira registro e l’innaffia con un  tocco fin troppo mortifero e decadente.