Mi faccia causa di Steno – Italia – 1984 – Durata 101’

30 Aprile 2025 | Di Ignazio Senatore
Mi faccia causa di Steno – Italia – 1984 – Durata 101’
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
0

Il giovane pretore Giovanni Pennisi (Christian De Sica) vede sfilare in aula una serie di personaggi bizzarri e pittoreschi.

1) Rosario Mancuso (Franco Javarone), un mafioso corleonese, è accusato di aver causato un incidente automobilista. Pennisi lo condanna e teme una sua vendetta. Con sua somma sorpresa, il malavitoso lo ringrazia e gli regala una busta contenente del denaro, perché grazie alla condanna, gli ha fornito l’alibi per non essere condannato per un reato più grave.

2) Il musicista napoletano Leonardo De Leonardis (Giorgio Bracardi), accusa di plagio il cantante rock Chiccaccia. Si scopre che è solo un mitomane e che il brano contestato è ‘O sole mio.

3) Rosanna Bianchini (Stefania Sandrelli), avvenente impiegata dell’ufficio tasse, ha sporto denuncia contro la giornalista Luisa Pelliccione, autrice di un articolo che, a suo dire, la diffamava e l’accusava di prostituirsi durante l’orario di ufficio. Separata dal marito, per sbarcare il lunario, Bianchini aveva deciso di praticare il mestiere più antico del mondo, In aula dichiara che, anche quando era a letto con i clienti, trovava il tempo di evadere le pratiche e di non aver mai ricevuto in proposito nessun appunto dal capufficio. Il pretore respinge la querela ma poi, avendo compreso le sue difficoltà economiche, le regala il denaro donatogli da Mancuso.

4) Luigi Marchetti (Gigi Proietti), un ladro soprannominato “mani d’oro, racconta di aver deciso di introdursi in una villa che credeva disabitata, ma era incappato, invece, nel figlioletto dei padroni di casa con il quale aveva iniziato a giocare. Scoperto dalla colf, era stato poi arrestato.

5) Dopo aver consumato un pasto nel ristorante di proprietà di Luparelli Ermete, il signor Minnozzi, dopo aver mangiato di tutto e di più, si rifiuta di pagare il conto. L’avvocato difensore del ristoratore, non solo l’accusa di aver dichiarato a un emittente locale che il cibo del ristorante, era “una schifezza”, ma, per dimostrare la bontà del cibo, invita il pretore e il cancelliere ad assaggiare in aula le sue pietanze. Al termine della degustazione, per non incorrere in un reato, il pretore dichiara di voler pagare quanto hanno mangiato. Dopo aver sborsato una cifra esorbitante, salomonicamente, condanna Minnozi per il reato di diffamazione, al pagamento del conto e delle spese processuali e Luparelli, a una chiusura temporanea del ristorante, per illecita maggiorazione dei prezzi.

6) La provocante Gambardelli Eloisa è assolta dal reato di esportazione di valori all’estero, perché il pretore intuisce che la somma non dichiarata era frutto della sua attività di prostituta.

7) Un chirurgo plastico (Franco Fabrizi), grande tifoso interista, si reca allo stadio Olimpico per assistere alla partita Roma –Inter. Non trovando altri biglietti disponibili,segue l’incontro in curva, circondato da tifosi romanisti. I neroazzurri sono in vantaggio di un gol e il luminare gongola e provoca i romanisti. La Roma poi pareggia e, allora due ultras, per schernirlo, gli urinano addosso. L’arringa dell’avvocato (Gigi Reder) salverà i due romanisti.

8) Un uomo dai modi effeminati di cognome Recchia, denuncia un signore che l’ha chiamato “frociaccio  mentre era nell’ufficio delle poste. In difesa del querelante, le testimonianze di un impiegato e di un avvocato anche loro decisamente effemminati.

9) Un vicino di casa, a ragione, chiama jettatore l’orologiaio. De Profundis. 10) Annibale Saraceni (Enrico Montesanto), pugile di scarso valore, dopo aver perso un incontro, interviene a difesa di Augusto, un cagnolino che dei bulli stanno seviziando. Dopo aver chiesto inutilmente un premio per consegnarlo al proprietario, scopre che il cagnolino può rubar per lui. Il finale regalerà qualche sorpresa.

Steno, dirige il remake di Un giorno in pretura (1953), film da lui stesso diretto nel 1953 e mostra un pretore, dotato di grande umanità, che, in qualche modo solidarizza con i poveri diavoli che vede sfilare in aula.

Consapevole che in Italia regna sovrana la corruzione e che, se non hai le conoscenze che contano, come capitato a lui, si aspetta anni perfino per avere l’allacciamento dell’utenza telefonica.

Di fatto, Pennisi, è un pretore onesto e, anche se si sta facendo costruire un vano abusivo in terrazza per accontentare la suocera, che vuole una stanza tutta sua, rifiuta i soldi che gli offre il boss mafioso e, fedele alla moglie Francesca (Marisa Laurito), rifiuta un incontro galante offerto gratuitamente, dall’affascinante Bianchini.

Comments are closed.

Questo sito utilizza strumenti di raccolta dei dati, come i Cookie. Questo sito utilizza Cookie tecnici e di terze parti per fornire alcuni servizi. Maggiori Informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.

Chiudi