Mona lisa smile di Mike Newell – USA – 2003 – Durata 117’

21 Febbraio 2025 | Di Ignazio Senatore
Mona lisa smile di Mike Newell – USA – 2003 – Durata 117’
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Anno 1953. Katherine Watson (Julia Roberts), nubile e trentenne, ottiene l’incarico di insegnamento di storia dell’arte nel prestigioso, elegante e ultraconservatore college femminile di Wellesley.

Tra le allieve, la spocchiosa e odiosa Betty (Kirsten Dunst), la spregiudicata Giselle (Maggie Gyllenhaal), e la tenera Joan (Julia Stiles).

Ben presto Katherine scopre che il college è strutturato con delle regole rigide e, anche la più piccola modifica al piano di studi, è letta come un atto di ribellione.

Katherine vorrebbe che le studentesse non imparassero a memoria il libro di testo di storia dell’arte ma, esprimendo un personale parere su un’opera, allargassero i loro orizzonti e sviluppassero una propria capacità critica.

Katherine entra in rotta con le anziane e rigide insegnanti che l’accusano di instillare nelle ragazze strane idee.

Infatti, Katherine invece di convincerle a diventare mogli mansuete e sottomesse e madri impeccabili, le spinge, all’opposto, a non sacrificare, in nome dell’agognato matrimonio, le proprie aspirazioni, ma essere libere di tracciare autonomamente il proprio futuro.

Betty, sua fiera oppositrice, attacca Katherine sul giornalino della scuola e scoppiano pettegolezzi e dissapori. Considerata troppo progressista e anticonformista, al termine dell’anno scolastico, le alte sfere del College le impongono delle rigide e mortificanti condizioni. Katherine non ama legacci e….

Mike Newell (Ballando con uno sconosciuto, The good father Amore e rabbia, Quattro matrimonio e un funerale, L’amore ai tempi del colera…) s’ispira ad una storia vera e, in questo film di formazione, strizza l’occhio a L’attimo fuggente di Peter Weir. Il regista inglese mette in campo Katherine, un’insegnante proto-femminista che, dopo aver cercato di portare una ventata di novità e di entusiasmo in un college bigotto, repressivo e perbenista, e lottato da sola contro i mulini a vento, va via, consapevole di aver inculcato nelle alunne il seme della ribellione, dell’indipendenza e dell’emancipazione. La confezione laccata è, a tratti retorica, e il regista indugia troppo nelle disavventure sentimentali delle giovani nevrotiche e viziate studentesse. Limiti a parte, la vicenda è avvolta dai caldi colori pastello e l’ambientazione è perfetta. A ben vedere, più che la storia in sé, le parti più interessanti del film sono legate alle riflessioni di Katherine sulla mercificazione dell’arte al punto che venditori senza scrupolo hanno riprodotto i più famosi dipinti perfino sui coperchi delle scatole. Il titolo del film che, ovviamente, rimanda al famoso quadro di Leonardo da Vinci, suggerisce due interpretazioni; da un lato è un riferimento al noto smagliante sorriso della Roberts e, dall’altro, è il simbolo di ciò che nell’arte è indecifrabile, enigmatico e spinge a andare alla ricerca di ciò che è invisibile agli occhi. Julia Roberts come sempre irresistibile supportata da un trio di attrici (Maggie Gyllenhaal, Kirsten Dust e Julia Stiles) in splendida forma.

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