Sir Robert Cargrave (Ronald Lewis) un medico di chiara fama, esperto nella cura delle malattie muscolari è invitato dalla sua ex fidanzata, la dolcissima Maude (Audrey Dallton) a visitare nel castello di Gorslava, in Scozia, il marito, il barone Marek Sardonicus (Guy Rolfe). Al suo arrivo Robert scopre che il barone, dopo aver consultato, senza successo, i migliori specialisti, s’aggira per il castello con una maschera che gli copre il volto; anni addietro, suo padre era stato sepolto con in tasca un biglietto vincente della lotteria e lui, per recuperare il prezioso tagliando, aveva scoperchiato la tomba ma, roso dai sensi di colpa, alla vista del sorriso sardonico del padre, aveva assunto sul proprio viso quello stesso ghigno beffardo. Da allora Sardonicus, un uomo sadico e violento, ossessionato dall’idea di trovare un farmaco che potesse guarirlo dal proprio male, aveva utilizzato come cavie per i suoi esperimenti delle giovani ragazze e, per tenerlo legato a sé, aveva accecato ad un occhio Krull (Oskar Homolka) il suo fido servitore. Robert prova con dei massaggi rilassanti a ridurre la rigidità muscolare del barone che, sempre più teso ed esasperato, minaccia di ucciderlo insieme alla moglie. Messo alle strette Robert gli somministra un farmaco estratto da un pianta, utilizzata dagli indigeni del Sud America, dai magici effetti miorilassanti e riesce a riportare il volto Sardonicus alla normalità. In segno di riconoscenza, avendo intuito che la moglie è ancora innamorata del dottore, la lascia andare via insieme a lui. Grazie ad un simpatico artificio stilistico un attore propone agli spettatori di scegliere il finale da dare alla pellicola; un’opzione prevede la vendetta ai danni di Sardonicus e l’altra l’happy end. Dopo aver annotato l’esito della votazione, l’attore proclama che il pubblico ha scelto la prima soluzione e ci mostra Krull che va alla stazione per comunicare a Robert che la bocca di Sardonicus si è nuovamente bloccata. Il dottore gli confessa di aver finto di inoculare al barone un farmaco magico ma che, in realtà, gli aveva somministrato dell’acqua distillata, convinto che la rigidità muscolare del volto era frutto dei suoi sensi di colpa. Krull ritorna allora al castello e, per vendicarsi delle ingiustizie subite, comunica al barone di non aver incrociato il dottore.
Horror gotico di gran classe, torbido ed inquietante che mette in scena una delle storie più sofferte della storia del cinema. Castle non sceglie il melodramma e piuttosto che descrivere il protagonista come una creatura sfortunata che spinge a pietà ed a commozione, preferisce inondarlo di una luce perfida e sinistra. Sin dalle prime inquadrature il regista ci mostra gli specchi che tappezzano le pareti del castello coperti con la carta da parato e, per amplificare ancora di più gli effetti cupi e necrofili della vicenda, accenna ad una misteriosa creatura, denominata ghoul, che profana le tombe e si nutre dei cadaveri. Castle dosa bene i tempi e per stemperare la tensione introduce il tenero e romantico amore tra Robert e Maude. Ad amplificare ancor più l’effetto straniante del film il bellissimo sogno/incubo del protagonista. Da riscoprire.
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