My sweet killer di Justin Rossetti – 1999

Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore

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Charlie Cavenaugh (Kirk Harris) ha un doloroso passato da dimenticare: ha ucciso il padre che aveva ammazzato la madre e la sorellina. Dichiarato infermo di mente è in cura dal dottor Resner (Jonathan Chous). Charlie trascorre le giornate a lavorare in una squallida fabbrica e, terminato l’orario di lavoro, si rifugia nel suo misero alloggio. La notte sogna i tragici eventi del passato, rivede la sorellina alla quale è ancora molto legato e incontra una certa Pasqua (Stephanie Knight), un’affascinante creatura che si era suicidata, un tempo, nel suo appartamento. La donna è dolce, gentile e seduttiva e Charlie sogna spesso di far l’amore con lei. Questo mondo dorato inizia a soppiantare la realtà e Charlie non desidera altro che ritornare a dormire per incontrare la donna dei suoi sogni. Resner si ostina a non prescrivergli psicofarmaci e Charlie è costretto a rivolgersi a dei pusher senza scrupoli che gli vendono delle strane pasticche. A nulla servono i tentativi di Dave Buck (Jack Rubio) suo compagno di lavoro, di riportarlo alla realtà e Charlie finirà, inevitabilmente, per impazzire.

La vicenda, fin troppo schematica, mostra la desolante condizione del protagonista che non solo deve lottare contro i fantasmi del proprio passato, ma deve anche scontrarsi con la realtà esterna, ancora più insensibile e spietata: il datore di lavoro è sadico e arrogante, i pusher sono dei teppisti spietati e senza cuore che, pur di guadagnare qualche dollaro, gli vendono droghe che amplificano la sua follia. Ma anche se la trama non presenta un brillante intreccio narrativo e i dialoghi sono ridotti al minimo, il film finisce per avvolgerti per l’atmosfera malsana e onirica che lo pervade. Il regista sceglie di colorare di uno splendido rosso i sogni del protagonista e utilizza l’azzurro per sottolineare i rari momenti di serenità che Charlie attraversa.