Nanny la governante di Seth Holt – 1965

5 Luglio 2015 | Di Ignazio Senatore
Nanny la governante di Seth Holt  – 1965
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Nanny (Bette Davis) sta allestendo i preparativi per il decimo compleanno di Joey Fane (Williams Dix). Il ragazzo sta facendo ritorno a casa dopo essere stato ricoverato due anni in una clinica per malati mentali con l’accusa di aver ucciso Susy, la sorellina minore. Sin dalle prime battute, appare palese che tra Joey e Nanny non corre buon sangue. In più occasioni Joey implora i genitori di licenziare la vecchia governante, ma le sue richieste cadono sempre nel vuoto. In un finale ricco di sorprese, Joey è accusato di aver avvelenato anche la madre, ma la verità salirà a galla: Nanny, per non essere accusata della morte accidentale di Susy, aveva incolpato il ragazzo e poi, nel timore di essere stata scoperta, aveva cercato di avvelenare la padrone di casa.

Un padre dispotico e insensibile, una madre perennemente sull’orlo di una crisi di nervi, una governante che fa il bello e il cattivo tempo e il povero Joey che non riesce a trovare nessuno che lo accudisca e lo protegga. È questo, in sintesi, lo sconcertante quadretto entro il quale si muovono i personaggi della vicenda. Non siamo dalle parti di Incompreso di Comencini e il regista evita di cadere nelle secche del melodramma e nel più bieco sentimentalismo. La grande originalità del film è proprio nell’aver dotato Joey (forse fin troppo) di una pellaccia da duro che lo mette al riparo dalla freddezza e dal cinismo degli adulti che gli stanno intorno. Il piccolo protagonista non piange, non si lamenta, non sbatte i piedi per terra, neanche una sola volta in tutto il film. Precocemente adultizzato, ha imparato a sue spese che è inutile protestare e urlare al mondo la sua innocenza, certo che nessuno gli darà mai ascolto. Magistrale lo svelamento della progressiva follia di Nanny. Da cineteca la scena quando lei rientra in casa e scopre che la piccola Susy, battendo il capo nella vasca da bagno, aveva perso i sensi ed era annegata. Il regista gioca su due piani alternati e mostra sia l’immagine della bambina sorridente che gioca, frutto della mente allucinata di Nanny, sia quella della piccola Susy ormai morta che galleggia immobile nella vasca da bagno. Una Bette Davis da favola, interpreta l’ambigua figura di una governante che si prende cura amorevolmente dei bambini degli altri e che ha abbandonato la propria figlia, che morirà da sola, in una topaia. Da non perdere la scena dello psichiatra che prima di dimettere Joey cerca di tranquillizzare il padre sulla sanità del figlio: “Quando si ha a che fare con la mente di un bambino bisogna saper distinguere tra le fantasie, diciamo normali, e quelle che non sono normali. La mente infantile ha spesso fantasie che in un adulto sarebbero considerate anormali. Un adulto che dichiara di essere Buffalo Bill è considerato un malato mentale, ma se un bambino lo dice una volta la settimana nessuno si stupisce e lo troviamo anche molto normale”. Da un romanzo di Evelyn Piper.

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