Non solo “Christus”, film diretto nel 1916 da Giulio Antamoro, è stato ambientato a Cori o nei dintorni. In“11 uomini e un pallone” di Giorgio C. Simonelli (1948). la società sportiva Olimpia è in testa al campionato, ma uno dei cronisti de “Il Pungiglione”, giornale scandalistico locale, guadagnerebbe un bel gruzzoletto e risanerebbe i debiti della testata giornalistica, se a vincere la competizione fosse la Stella Sud. Si adopera allora affinché una bionda da capogiro, seduca Massi, il bomber dell’Olimpia e lo trattenga nel paesino di San Teodoro, impedendogli di giocare l’ultima decisiva partita. Contemporaneamente, il cronista ricatta l’arbitro Archimede Olivari (Carlo Campanini), facendogli credere che sua moglie Clelia è stata rapita e che i banditi la uccideranno, se l’Olimpia vince l’ultimo incontro. Il piano sembra perfetto, ma…. Commedia che strappa qualche sorriso e che mette alla berlina chi è disposto, pur di trarne un profitto personale, a minare la regolarità di un campionato di calcio. A Carlo Dapporto, portiere dell’Olimpia e proprietario del Calcio Bar è affidato il compito di alleggerire la narrazione con qualche battuta e alla tenera Gianna, fidanzata di Massi, il ruolo della romantica ragazza, acqua e sapone, che si strugge per l’amato. Ma, a ben vedere, il personaggio più riuscito è quello del professor Savini, padre di Gianna, completamente a digiuno dei fondamenti del gioco del calcio che, inizialmente si oppone al fidanzamento tra la figlia e Massi ma poi, quando scopre le cifre da capogiro che guadagna il talentuoso calciatore, cambia radicalmente idea. Tutt’altro clima si respira in “Operazione paura”, horror gotico, diretto nel 1966 da Mario Bava. Un medico condotto (Giacomo Rossi Stuart) deve effettuare un’autopsia su Irina Hollander, una giovane donna deceduta misteriosamente. Mentre si susseguono altre morti, il dottore scopre che una maledizione aleggia sugli abitanti del paese. La chiave del mistero é legato ad un’anziana baronessa che, dopo la tragica morte della figlia, vive da anni reclusa in una villa.
Di taglio autoriale, intimista e fortemente pessimista è,.invece, “Il buon soldato” di Franco Brusati (1982), film che narra l’incontro in stazione tra Marta (Mariangela Melato), moglie quarantenne trascurata dal marito, e il giovane Tommaso, che deve raggiungere la caserma dove è assegnato. Grazie a lui, Marta ritrova la forza di abbandonare il marito e di prendersi maggiormente cura della figlia. Dopo qualche tempo, scopre che Tommaso si è suicidato in caserma.
A chiudere il cerchio “Amor sacro”, opera prima di Marco Zarrelli. Protagonista è Innocenzo, un monaco ceramista, che vive da anni al riparo dai clamori del mondo. Il prete é trasferito e Innocenzo nell’officiare messa, entra sempre più in contatto con i paesani. Di fronte alla complessità e all’asprezza del mondo dal quale era fuggito, le sue certezze si sgretolano.
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