Onora il padre e la madre (Before the Devil Knows You’re Dead) di Sidney Lumet – USA – 2007 – Durata 105’– V.M 14

13 Agosto 2020 | Di Ignazio Senatore

Andy Hanson (Philip Seymour Hoffman), broker di successo, è sposato con Gina (Marisa Tomei) una donna giovane e sensuale, ma è schiavo della droga e, per mantenere l’elevato stile di vita, è costretto a sottrarre del denaro dalle casse della società. Il fratello Hank (Ethan Hawke) fragile, vulnerabile e senza spina dorsale, non se la passa meglio; ha il vizio dell’alcol e fa i salti mortali per racimolare a fine mese i soldi per gli alimenti alla sua ex moglie ed alla viziatissima figlia. La società nella quale Andy lavora sta per essere oggetto di un’accurata revisione contabile ed Andy, con l’acqua alla gola, per non essere smascherato, propone ad Hank di svaligiare la gioielleria di famiglia, di rivendere il bottino ad un ricettatore, certo che l’assicurazione risarcirà il danno a Charles (Albert Finney) ed a Nanette (Rosemary Harris) i loro anziani genitori. La rapina sembra un gioco da ragazzi; Hank sa dove sono collocati gli allarmi, conosce le combinazioni delle casseforti e dopo aver spaventato la vecchia commessa con una pistola giocattolo, avrebbe tutto il tempo per impossessarsi delle pietre preziose. Ma Hank non ha il coraggio di portare a termine il colpo, preferisce fare da palo e s’affida a Bobby (Brian F. O’Byrne) un ladruncolo da strapazzo, sua vecchia conoscenza. Il giorno stabilito Bobby irrompe nella gioielleria ed inizia a fare piazza pulita dei brillanti; qualcosa non va per il verso giusto, la tensione sale e Bobby ferisce gravemente la donna del negozio che, per reazione, lo fredda, scaricandogli addosso un paio di colpi. Charles informa Andy ed Hank del furto alla gioielleria ed i due accorsi all’ospedale scoprono che la donna in fin di vita non è l’anziana commessa ma la madre. Hank è sul punto di crollare anche perché il cognato di Bobby, per tenere la bocca cucita, vuole entro quarant’otto ore una montagna di soldi. Andy gli è vicino, lo sorregge ed organizza un piano per sbarazzarsi del pericoloso ricattatore. In un crescendo sempre più cupo e claustrofobico, scopre che Gina lo tradisce con Hank e Charles, dopo aver incollato un po’ di indizi è sulle tracce dei figli. La resa dei conti è inevitabile ed un finale amaro, plumbeo e raggelante chiude la vicenda.

Sidney Lumet dirige il suo ultimo capolavoro, intinto di nero come un noir ma sofferto e dolente come una tragedia greca. La vicenda si dipana sulla contrapposizione tra Andy, una persona scaltra e senza scrupoli ed Hank, un fallito senza personalità che sogna di partire con Gina e dare così un taglio alla propria squallida e grigia esistenza. Consapevole della malsana influenza che esercita sul fratello minore, Andy lo convince a fare il colpo e ad abdicare ad ogni principio etico e morale. Man mano che la vicenda va avanti s’intuisce che il piano escogitato da Andy più che a rimettere in sesto le loro esigue finanze, mira soprattutto a vendicarsi del padre, colpevole di averlo sempre trascurato e di avergli preferito il molle, debole e passivo Hank. Lumet tiene sempre alta la tensione che tocca l’apice quando, in un fremito di odio, Andy punta la pistola contro Hank e gli svela che è a conoscenza della tresca che ha con Gina. Lumet chiude la vicenda lastricandola di dolore e di rancore ed, azzerando la funzione catartica, tipica della tragedia greca, lascia che il vecchio Charles, accecato dal dolore per la perdita della moglie, si trovi faccia a faccia con il cinico e perfido Andy. Lumet si affida a dei continui salti temporali che movimentano la narrazione ma risultano, nel complesso, un inutile e ridondante esercizio di stile. Un’asettica periferia di New York fa da sfondo alla vicenda In luogo del titolo italiano dal sapore evangelico quello originale (Prima che il diavolo sappia che sei morto) è tratto da un detto cattolico irlandese che recita così: “E’ meglio arrivare in paradiso mezz’ora prima che il diavolo si accorga che siamo morti”.

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