Pur avendo vinto una causa contro lo Stato, un imprenditore (Gian Marco Tognazzi), disperato, per salvare la propria azienda, decide di fare una rapina a dei portavalori, Nella fuga si rifugia nel negozio di un panettiere (Pannofino) e sequestra tre clienti; una prostituta (Incontrada), una vecchietta cardiopatica (Elena Cotta) e un venditore ambulante siriano (Jonis Bascir). Il commissario (Haber) è pronto a dare ordine ai cecchini di uccidere il sequestratore ma la negoziatrice (la stessa regista Eleonora Ivonne), che dirige le operazioni, prende tempo e….
Tratto dalla piece teatrale di Angelo Longoni, il film cita smaccatamente “Quel pomeriggio di un giorno da cani”. Nonostante le ottime prove attoriali, siamo distanti anni luce dal film di Lumèt. Come rapinatore Tognazzi é fin troppo ingenuo e inesperto e, mentre gli altri sequestrati litigano e la vecchietta è colta da una crisi di angina,, l’unica che prova a suggerirgli come riuscire nell’impresa è la splendida Incontrada. La tensione non sale di una tacca e il giochino, nel complesso, non funziona.
Recensione pubblicata su Segnocinema- N.237- Settembre-ottobre 2022
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