Paradiso + Inferno (Candy) di Neil Armfield – Australia – 2005 – Durata 108’ – V.M 14

18 Dicembre 2014 | Di Ignazio Senatore

Candy White (Abby Cornish) biondina dalla faccia d’angelo ed aspirante pittrice ama Danny (Heath Ledger) uno scoppiato tossicomane. Lei si limita a sniffare ma, per provare le sue stesse emozioni, decide di bucarsi. L’inferno è dietro l’angolo e per procurarsi la droga, Candy inizia a prostituirsi. Ma i soldi non bastano mai; fortuna che nei casi estremi c’è Casper (Geoffrey Rush) amico gay che da loro una mano. Candy e Danny si sposano e vanno a vivere in un disadorno scantinato e finiscono per litigare notte e giorno. Candy è incinta, perde il bambino e si ricovera in una clinica per malattie mentali. La loro relazione è agli sgoccioli e, dopo l’ennesimo litigio, si dividono. E quando lei ritorna all’orizzonte Danny decide di dare un taglio netto alla loro storia.

Senza fare sconti allo spettatore il regista ci mostra il cammino di distruzione e di perdizione dei due giovani protagonisti. Ma per impaginare un capolavoro non basta mostrare le crisi d’astinenza, le pere sparate in vene in squallidi bagni e le loro disperate ricerche per procurarsi la droga. Gli snodi narrativi non sono oleati alla perfezione ed Armfield inonda la pellicola con la voce fuori campo di Danny che, negando la realtà, commenta, in maniera romantica e melensa, la sua love story con la moglie. Il film, diviso i tre capitoli (paradiso, terra, inferno) per simbolizzare i diversi passaggi dei due protagonisti, si apre con una scena mozzafiato. Candy vuole a tutti i costi bucarsi, Danny l’accontenta e lei va in overdose ma, non appena riapre gli occhi, si rivolge a Danny e gli dice: “E’ stato bellissimo, voglio rifarlo”.  

E quando Danny chiede a Candy cosa farebbe se quella fosse la sua ultima pera, senza battere ciglio, gli risponde: “Me ne sbatterei.” Per alleggerire il clima il regista regala agli spettatori qualche battuta ironica di Danny

Sapevamo cosa fare ma ci vuole un sacco di organizzazione per smettere” e di Camper: “Quando puoi smettere non lo vuoi, quando lo vuoi non lo puoi più. E’ uno dei piccoli misteri della vita.” 

Non mancano le amare riflessioni sul tragico destino di chi passa la vita a bucarsi: “Dicono che per dieci anni che sei stato un tossico, almeno sette li avrai passati ad aspettare. Da una parte era piacevole, voglio dire avere tutto questo tempo per pensare; dall’altra l’ansia era un’attività a tempo pieno.”  Sullo sfondo il pessimo rapporto tra la giovane protagonista e sua madre, il solito padre assente e qualche sporcaccione che, per pochi spiccioli, ruba a Candy l’anima, l’innocenza ed il rispetto per se stessa.

Da Segno Cinema – Numero 147- Settembre- Ottobre – 2007

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