Un’autoambulanza sta raggiungendo a tutta velocità una clinica e sta trasportando un malato mentale così agitato che viene richiesto l’uso della camicia di forza. Jerome Littlefield (Jerry Lewis), un inserviente della clinica, lo affronta, ma si lascia convincere dal paziente a indossarla al posto suo. Jerome non è nuovo a questi pasticci. Aspirante medico, ha dovuto abbandonare la professione perché è affetto da un “complesso nevrotico di identificazione.” A Julie (Karen Scarpe) una timida infermiera, segretamente innamorata di lui, confesserà: “è una specie di autosuggestione, sono troppo sensibile alle sofferenze altrui. Sento i sintomi dei pazienti”. Per liberarsi dalle sue nevrosi è in cura da uno psichiatra, il dottor Davenport, cui racconta un sogno ricorrente: sua madre ha tre teste, ma quelle dei suoi amici ne hanno quattro. Dopo averne combinate delle belle viene cacciato dalla clinica, ma grazie a Susan (Susan Oliver) una ragazza che aveva aiutato a uscire dal tunnel della depressione, si sblocca e guarisce. Una luminosa carriera da dottore si spalancherà davanti a lui.
Divertente, ironico, pungente, il film si avvale della straripante interpretazione di Jerry Lewis nei panni del timido, imbranato e impacciato Jerome. Il regista ottiene il massimo della comicità quando gli ammalati raccontano al complessato inserviente i propri mali: non appena li sente parlare di calcoli alla cistifellea o di incontinenza urinaria, si identifica così tanto con la loro sofferenza che reagisce con imprevedibili reazioni corporee. Lewis articola la sua faccia, dotandola di mille espressioni e si contorce come fosse affetto dal ballo di San Vito. Esilaranti le sequenze finali dell’inseguimento delle autoambulanze, i disastrosi interventi di Jerome al letto degli ammalati e la scenetta in cui lui, nel fasciare il piede di un ammalato, tesserà un’inestricabile groviglio di bende che coinvolgerà anche un’incredula infermiera. Non manca una frecciatina al sistema sanitario americano: nella terra che si definisce per eccellenza patria della libertà e della difesa dei più deboli, chi non ha i soldi non può essere curato e viene, su due piedi, sbattuto fuori dalla clinica.
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