Gepy Fuxas (Carlo Verdone) popolare conduttore televisivo deve il proprio successo ad una trasmissione “Terrazza Italiana” che fa leva sul dolore e sulle sofferenze delle persone. In una puntata, incentrata sul problema dell’handicap Fuxas manda in onda, senza il consenso della donna che sta intervistando, le foto della figlia morta suicida. Arianna (Asia Argento) una ragazza paraplegica, amica della donna, interviene in diretta ed accusa Fuxas di speculare sul dolore delle persone. Il conduttore prova a difendersi ma si lascia andare ad un commento infelice sui portatori di handicap, attirando su di sé un vespaio di polemiche. Il trambusto è tale che la trasmissione è interrotta e Fuxas si trova senza lavoro. Messi da parte polemiche e rancori, Fuxas inizia a frequentare Arianna e, grazie a lei, riscopre il mondo dell’handicap ed impara a rileggerlo criticamente e con uno sguardo diverso. Fuxas prova a risalire la china ma in RAI tutte le porte gli sono sbarrate ed allora, dopo mille esitazioni, accetta di condurre una trasmissione trash in onda su “Televerità” una piccola emittente locale di proprietà di Antonazzi (Aldo Maccione) un uomo grossolano e senza scrupoli. Il programma è talmente di basso profilo che Fuxas rinuncia ad un contratto faraonico e, per ricaricarsi le pile, propone ad Arianna un viaggio a Praga. Dopo una notte d’amore la spinge a farsi visitare da un noto luminare che conferma la diagnosi che la condannerà a vivere per sempre su una sedia a rotelle. Un finale consolatorio chiude la vicenda.
Verdone abbandona le commedie leggere e con rispetto prova ad affrontare il tema delicato dell’handicap e quello variegato dei media. In bilico tra il film di denuncia sociale e la commedia amara, il regista romano impagina una vicenda che sbanda ed affanna sin dalle prime battute e naufraga in mille luoghi comuni. Il film si apre con lo scivolone di Fuxas in TV che per difendersi dagli attacchi di Arianna, le dice: “E’ molto facile prendere degli applausi quando si sta su una sedia a rotelle quando in certi casi i veri razzisti siete proprio voi.” Successivamente, quando l’incontra per strada, l’apostrofa, dicendole:“Io avrò la faccia da idiota ma ad un concetto piccolo, piccolo ci arrivo anche io che lei, su quella carrozzina è già un ricatto vivente a quattro ruote mentre io, invece con le macchine, la villa in Sardegna, il contratto miliardario, il cretino sono io. Sono io dalla parte del torto, che si crede? Sono io che perdo, lei vince sempre, stia tranquilla.” La sceneggiatura è zeppa di sbavature; l’affondo contro la TV- spazzatura non è sufficientemente calibrato e per tutto il film assistiamo alle sterili scaramucce tra Fuxas, un personaggio fin troppo ingenuo e sprovveduto ed Arianna, una ragazza estremamente polemica, capricciosa ed insopportabilmente troppo piena di sé. David di Donatello alla regia e miglior attrice ad Asia Argento.
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