Lars Klevberg, già autore dell’horror La bambola assassina, “allunga” il suo omonimo corto, l’ambienta nella cittadina di Locusr Harbor e lascia che la vicenda ruoti intorno ad una vecchia Polaroid SX-70. Niente a che vedere (ahinoi) con La camera chiara di Roland Barthes e con le sue poetiche e suggestive riflessioni sull’arte fotografica. Per dare un tocco originale (?) e rétro alla vicenda, il regista norvegese lascia, infatti, che ogni qual volta la liceale Bird Fitcher (Kathryn Prescott), che lavora in un negozio di antiquariato ed è appassionata di fotografia, scatti una foto, (che si sviluppa in maniera istantanea), per una sorta di maleficio, chi è fotografato, inizia ad essere perseguitato da ombre e fantasmi e…
Klevberg fa uso degli stilemi del genere (il classico gioco di luci e ombre, le stilettate musicali in sottofondo…) e impagina un teen movie, girato prevalentemente in interni, che non inquieta, né spaventa e che può piacere solo agli amanti del genere.
Recensione pubblicata sulla Rivista Segnocinema N. 225 – Settembre- Ottobre 2020
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