Grazie ad un annuncio pubblicato su un quotidiano, Vittorio (Vitaliano Trevisan) e Sonia (Michela Cescon) s’incontrano, legano immediatamente e vanno a vivere insieme. Ma lei non è abbastanza magra e per accontentare Vittorio inizia a perdere qualche chilo. Ma le richieste di Vittorio vanno al di là delle esigenze estetiche e, giorno dopo giorno, le impone di rispettare un regime dietetico rigidissimo e di perdere progressivamente peso. Sempre più attento a controllare le abitudini alimentari di Sonia, Vittorio tralascia il lavoro ed è costretto, dopo poco, a chiudere il proprio laboratorio orafo. Per dimostrare a Vittorio di amarlo, Sonia accetta di ridurre drasticamente il cibo e quando scende a cinquantun chili lui le fa i complimenti e corre a comprare una bilancia di alta precisione. Sonia diventa uno scheletro e, dopo aver preso atto della follia di Vittorio, si ribella e riesce a liberarsi del suo persecutore.
Piccolo capolavoro diretto dal più talentuoso regista italiano dell’ultima generazione. Garrone narra una storia estrema e disperatamente poetica e punta la macchina da presa sui due protagonisti spiandoli, braccandoli, per tutta la durata del film senza concedere loro un attimo di tregua. Il film è costruito, passo dopo passo, con spietata lucidità. “Ti immaginavo più magra” è il primo commento che Vittorio rivolge a Sonia. Nel corso del film Sonia diventa pallida, emaciata, non si regge in piedi e sviene in un locale ma la sua sofferenza non spinge Vittorio a mutare rotta. Convinto che lei sta rispettando la dieta quando scopre che ha mangiato un biscotto fuori dei pasti, va su tutte le furie. Garrone fa salire con maestria la tensione e, dopo un crescendo da incubo, con un finale cupo e disperato, chiude la vicenda. Nel film compare anche uno psichiatra (in camice) che lavora in un Dipartimento di Salute Mentale che chiede a Vittorio perché non assume gli psicofarmaci che gli ha prescritto e prova a dissuaderlo dai suoi folli propositi. Nell’ispirarsi al un fatto di cronaca realmente accaduto a Brescia, il regista ambienta la vicenda a Vicenza e muta il finale.. Superpremiata la Banda Osisiris, autrice della colonna sonora; Orso d’argento al Festival di Berlino, David di Donatello e Nastro d’argento (2004).
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