Un vecchio scrittore Clive Langham (John Gielgud) vive da solo nella sua residenza principesca che ha per nome Providence.
Lacerato da tosse e fitte dolorose, nel corso di una notte insonne, mentre sorseggia del vino, narra le vicende della propria famiglia; una moglie suicida, il primogenito Claud (Dirk Bogarde), avvocato di successo, da Kevin (David Warner), il figlio illegittimo, e la nuora Sonia (Ellen Burstyn).
Le scene alle quali assistiamo sono frutto dell’ultima produzione letteraria di Langham, dei suoi ricordi di un tempo, delle ossessioni “maledette” di un vecchio morente o della fedele ricostruzione di avvenimenti passati? E se fosse, invece, tutto il racconto fossero solo fantasie o un sogno?
In questo film, che sarebbe piaciuto (forse) ai surrealisti, Alain Resnais (Hiroshima mon amour, L’anno scorso a Marienbad, Mon oncle d’Amerique, Melo, Smoking,…) dirige una pellicola, vincitrice di 7 César, che, per ammissione dello stesso regista, non può essere riassunto in una trama.
Volutamente antinarrativo, al punto da sembrare sfilacciato e dispersivo, è (forse) la dimostrazione più alta, mai promossa al cinema, del lavoro onirico e delle libere associazioni.
Resnais, cantore della memoria e del tempo perduto, sembra divertirsi, volontariamente ad “intralciare” la lettura del testo filmico, lasciando tra l’altro indossare, contemporaneamente, ad Ellen Burstyn i panni della nuora che della moglie suicida dello scrittore ed a David Warner quelli di Kevin Langham/Kevin Woodford.
Ma l’intento del regista non è quello di proporre un’operazione cerebrale o volutamente intellettualistica, né di riprodurre gli stilemi cari ad Alain Robbe Grillet e al Ciné-Roman, ma di narrare, in un perfetto intreccio tra realtà e fantasia, le divagazioni di un vecchio scrittore che lascia partire, a briglia sciolta, la propria fervida immaginazione.
Resnais cita Vertigo di Hitchcock, gira la maggior parte del film in interni e propone, nella prima parte del film, un’atmosfera buia e tenebrosa (come nei sogni) ed un finale, irradiato di una nuova luce.
Scritto dal commediografo e sceneggiatore David Mercer, autore di pellicole cult (Morgan, matto da legare e Family Life) del cinema free inglese.
Per un approfondimento sul tema con schede film e commento critiche si rimanda alla lettura di “Cinema mon amour I 100 film francesi da amare” di Ignazio Senatore – Classi Editore – 2024
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