Quando l’amore brucia l’anima – Walk the line (Walk the line) di James Mangold – USA – 2005 – Durata 136’

7 Marzo 2022 | Di Ignazio Senatore

Anni ’50. Johnny R. Cash (Joaquin Phoenix), sogna di sfondare nella musica, ma deve fare i conti con la moglie Vivian (Ginnifer Goodwin), che, invece di spingerlo a vivere fino in fondo la sua passione, gli rammenta continuamente i doveri di padre di famiglia e le sue responsabilità nei confronti dei due pargoletti.

Testardo e cocciuto, Johnny riesce ad ottenere un’audizione con Sam Philps, potente discografico di Elvis Presley, che apprezza la sua musica e lo lancia nel giro che conta. Johnny inizia a cantare nelle balere al fianco delle star del momento Jerry Lee Lewis (Waylon Payne) e la graziosa e dolce June Cartee (Reese Witherspoon).

Ogni qual volta fa un salto a casa, tra una tappa e l’altra dei suoi tour, Johnny finisce per litigare con Vivian, che continua a rinfacciarli che ha preferito la musica alla famiglia. Il loro matrimonio è minato inoltre dai comportamenti autodistruttivi di John che, anche quando è in tour, non solo è sempre attaccato alla bottiglia, ma fa anche uso di stupefacenti.

L’unica che prova a stargli vicino ed a sostenerlo è June, una donna forte e volitiva, con due matrimoni fallimentari alle spalle. Grazie al suo aiuto, John si disintossica e, dopo essere stato abbandonato dalla moglie, inizia a fare una corte serrata a June con la quale riprende il suo tour…

Non era facile dirigere un biopic su un personaggio complesso come Johnny Cash, ma Manglod (Ragazze interrotte, Kate & Leopold, Innocenti bugie…) non cade nella retorica e nel celebrativo e dirige una splendida pellicola che, sin dalla prima inquadratura, ipnotizza ed incanta lo spettatore.

 

Il regista propone alcuni salti temporali e grazie a dei flashback ci riporta di tanto in tanto agli eventi più significativi del trascinante musicista. La vicenda, infatti, si dipana dall’infelice infanzia di Johnny, segnata dalla morte prematura del fratello maggiore, quando era ancora un bambino, a seguito di un incidente.

Pur non essendo responsabile dell’accaduto, Johnny aveva dovuto ingoiare le feroci e ingiuste accuse rivoltagli dal suo gelido ed anaffettivo genitore.

Questo trauma risalirà a galla più volte, nel corso della narrazione, e finirà per diventare uno degli elementi che scateneranno le potenti spinte autodistruttive del protagonista. Manglod s’ispira all’autobiografia dello stesso Cash ed al libro “Man in Black” (come era simpaticamente soprannominato lo stesso Cash per la sua scelta di vestire sempre di nero sul palco) e lascia che  il film si nutra delle adorabili canzoni country cantate dallo stesso Phoenix e dalla dolcissima ed adorabile  Witherspoon. La loro love story non scade mai nel sentimentale e le loro esibizioni scatenano allegria e voglia di vivere.

Il film si beve tutto d’un fiato, ma due scene lasciano definitivamente il segno; quando Johnny, noncurante dello sguardo attento del direttore, canta nella prigione di Folsom Cocaine blues, scatenando il delirio dei detenuti e quando, nel bel mezzo dell’esecuzione di Jackson, Johnny chiede a June di sposarlo.

Stucchevole la traduzione italiana del titolo originale che, invece, rimanda a uno dei brani più famosi di Cash e, forse, quel “riga dritto”, sembra anche un monito rivolto al grande musicista country (e non solo) ad abbandonare i comportamenti autodistruttivi. Oscar 2006 miglior attrice protagonista (Reese Witherspoon).

Per un approfondimento sul tema si rimanda al volume di Ignazio Senatore “Cantanti, musicisti e rock band”, edito da Arcana.

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