Quasi amici di Olivier Nakache e Eric Toledano – Francia – 2011

20 Dicembre 2014 | Di Ignazio Senatore

Il ricco e aristocratico Philippe (François Cluzet), paraplegico a seguito di un incidente di parapendio è ala ricerca di una persona che gli faccia da angelo custode e si prenda cura di lui. Rispondono all’appello diverse persone che vantano una decennale esperienza nel campo della riabilitazione, dei fisioterapisti esperti e navigati che, alle buone maniere, associano affidabilità,  serietà  e professionalità. Ma Philippe ha la morte nel cuore ed ha bisogno di una sferzata di vitalità e d’energia ed, a sorpresa, lascia che la sua scelta cada su Driss (Omar Sy), un ragazzo di periferia vulcanico, irruento e senza peli sulla lingua, appena uscito dalla prigione. Superate le prime difficoltà, i due diventeranno amici per la pelle e grazie a Driss, Philippe riprenderà a respirare la vita a pieni polmoni e troverà la forza di agganciare una deliziosa signora.

Pellicola “politicamente e socialmente corretta” che ha sbancato il botteghino d’Oltralpe, ispirata all’autobiografia ‘Il diavolo custode’ (Editrice Ponte alle Grazie) di Philippe Borgo di Pozzo. La vicenda, apparentemente banale, ruota intorno all’incontro tra due mondi; quello perfetto, asettico e luccicante del milionario Philippe e quello povero, sregolato ed anticonformista di Driss, un gigante nero che, grazie alla sua genuina spontaneità, ridarà linfa all’ormai spento e demotivato padrone.

Un film che, letto in maniera meno scolastica, vuole essere una metafora di tutti quegli handicap, (non solo fisici), che paralizzano chi si lascia inghiottire dai propri fantasmi interni e che finisce per rimanerne impigliato. I registi Olivier Nakache e Eric Toledano declinano con gusto il complesso tema dell’integrazione razziale, evitano sociologismi di maniera e lasciano che l’irresistibile Driss faccia la parte del leone.

Con questa commedia agrodolce, che ha sbancato al botteghino in Francia, i due registi francesi mettono al centro della narrazione, come il titolo italiano suggerisce, la storia di una appassionata e sincera amicizia tra due persone di estrazione culturale completamente diversa; da un lato Philippe, aristocratico schivo e riservato, amante della musica classica e che, senza aver il coraggio di incontrarla, intrattiene una relazione epistolare da mesi con una donna; dall’altro Driss, un superfigo, culturalmente poco attrezzato, cresciuto in periferia, che vive con dei sussidi statali ed ha a carico una famiglia problematica. La forza del film è non solo nella bravura dei due irresistibili protagonisti, ma sopratutto nella scelta dei registi di non cedere nel pietismo e nell’affrontare il tema dell’handicap in maniera irriverente e liberatoria. Le battute non mancano, la trama, ben congegnata, non ha battute d’arresto ed il film si beve tutto d’un fiato. David di Donatello 2012 come miglior film dell’Unione Europea. Accattivante la colonna sonora di Ludovico Einaudi.

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