L’avvocato Fabio Siniscalchi (Carlo Giuffrè), da sempre schierato con un partito conservatore, è da anni l’amante della contessa Livia Bonoli-Serpieri (Martine Brochard).
Il cugino Salvatore (Enzo Cannavale), convinto che i tempi sono cambiati, gli suggerisce che, se vuole ripresentarsi alle elezioni, deve spostarsi a sinistra e cambiare stile di vita. Fabio lo ascolta e si libera dalle grinfie della contessa, una donna eccentrica e con delle strane voglie sessuali.
La donna, gelosa e possessiva, decide di vendicarsi e, convinta che sia una prostituta, ingaggia Anna (Cinzia Monreale), una ragazza acqua e sapone, alla quale affida il compito di ronzare intorno all’avvocato e farlo innamorare.
Il piano funziona e lui, credendola vergine, ci casca come un pollo. In una festa sono presenti i notabili della città e l’avvocato, ignaro del piano ordito dalla contessa, dichiara pubblicamente che vuole sposare Anna.
Un complice della contessa, per sbugiardarlo pubblicamente e rovinagli la carriera politica, addita Anna e svela che è una prostituta. Le signore presenti lo accusano, giustamente, di essere un villano, e prendono le difese della ragazza. Anna non è però una prostituta, ma la nipote del marchese Cecco (Renzo Montagnani), da anni innamorato della contessa.
Per Siniscalchi, considerato un uomo all’avanguardia, scevro da pregiudizi, è un’ovazione e, d’accordo con Anna, non svela ai presenti la verità e può così ricandidarsi alle elezioni.
Rossetti s’ispira a Giacomo il fatalista di Diderot e ambienta la commedia a Siena, sua città natale. Al centro della narrazione l’avvocato Siniscalchi, un personaggio ambiguo che, pur di essere eletto, finge di preoccuparsi della sorte di operai e contadini e lascia credere a tutti che la dolce Anna sia una prostituta.
La trama non è irresistibile, e se alla Brochard e alla Monreale è affidato il compito di spogliarsi e risvegliare i sensi degli spettatori, a Cannavale quello di strappare qualche sorriso.
Giuffrè, co-sceneggiatore con Francesco Milizia e lo stesso regista, è come sempre, a suo agio, nel ruolo del seduttore ma, in questo film, anche se ogni tanto convoca nel suo studio professionale delle prostitute, veste i panni del romantico gentiluomo.
Nel cast Francesca Benedetti, nei panni di Lucy, la donna che impalmerà Cannavale. Per Carlo Verdone, assistente alla regia, il titolo del film doveva essere Dimmi che illusione non è.
Cinzia Monreale, nel suo unico ruolo nella commedia sexy. Particina per Renzo Montagnani.
Per un approfondimento sul tema si rimanda al volume di Ignazio Senatore “La commedia sexy alla napoletana Enzo Cannavale, Vittorio Caprioli Carlo Giuffrè”, edito da Il Foglio Letterario – 2024
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