Ribelli per caso di Vincenzo Terracciano – Italia – 2001 – Durata 94’

13 Febbraio 2021 | Di Ignazio Senatore
Ribelli per caso di Vincenzo Terracciano – Italia – 2001 – Durata 94’
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Nella stanza 104 di un reparto di gastroenterologia di un ospedale napoletano, il tempo sembra congelato. Adriano (Antonio Catania), impiegato, Ciro (Franco Iavarone), fruttivendolo, Guido (Giovanni Esposito), professore, e Armando (Renato Scarpa), bancario, attendono, invano, i risultati delle indagini cliniche.

I pasti sono sciapi e fatta eccezione per Maria (Gea Martire), caposala disponibile e premurosa, il personale dell’ospedale non è molto accogliente.

Stanchi dell’atteggiamento irritante e di sufficienza di Sorvino (Antonio Petrocelli) il medico del reparto, i quattro pazienti decidono di ribellarsi e organizzano, in gran segreto, una cena luculliana.  

Dopo aver cucinato leccornie e manicaretti, si barricano nella stanza di degenza.

Sorvino li scopre e chiama la polizia, ma né l’intervento dell’ispettore Lettieri (Gianni Ferreri), né quelli dei familiari riescono a distogliere i pazienti dai loro propositi.

Al termine del pranzo, Ciro è colto da un lieve malore, Adriano scopre di avere un cancro e Guido trova il coraggio di dichiarare il proprio amore a Maria.

Terracciano fa il verso a Ferreri e impagina una versione più scanzonata ed irriverente de La grande abbuffata.

La scelta di organizzare una cena pantagruelica assume per i quattro ricoverati una valenza più regressiva e socializzante che più specificatamente autodistruttiva.

Ma è anche la rivolta di chi non tollera l’arroganza e la freddezza del dottor Sorvino, l’indolenza del personale infermieristico e i disservizi di una cronica malasanità.

Ma, a ben vedere, dietro la cena a base di salsicce, paccheri alla lardiata e di frittura all’italiana, c’è solo il primitivo bisogno dei pazienti di negare, difensivamente, la morte.

La trama è originale e qualche trovata è divertente; su  Vincenzo (Tiberio Murgia),  uno dei ricoverati, che non reagiva più agli stimoli esterni, magicamente, si risveglia, all’odore di quelle saporite pietanze. Dopo averle assaporate, a fine cena, ritorna nuovamente in letargo.

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