Ritratto di signora (The portrait of a lady) di Jane Campion – Australia – 1996 – Durata 144’

21 Gennaio 2020 | Di Ignazio Senatore

Giunta in Inghilterra, alla morte dello zio materno, Isabel Archer (Nicole Kidman) giovane ed orfana aristocratica americana, eredita una fortuna. Spirito libero ed indipendente rifiuta le proposte di matrimonio di Lord Warbuton (Richard E. Grant), un uomo colto e membro del Parlamento, di Caspar Goodwood (Viggo Mortensen), un ricco commerciante giunto dall’America per incontrarla e la corte discreta del cugino Ralph (Martin Donovan). Irrequieta, decide di far un viaggio in Italia e, grazie ai servigi di Madame Merle (Barbara Hershey), la dama di compagnia di Touchett (Shelley Winters) conosce a Firenze Gilbert Osmond (John Malkovich), un artista spiantato ma affascinante di cui s’innamora a prima vista e lo sposa. Ben presto l’uomo rivela di essere una persona meschina, avida e calcolatrice e, nella speranza di scalare le vette della società, trama per far sposare la figlia Pansy (Valentina Cervi) a Lord Warbuton. Isabel scopre che Madame Merle è da sempre l’amante del marito e quando le comunicano che Ralph é in fin di vita, nonostante le opposizione del consorte, lo raggiunge e si riprende, nuovamente, la propria vita..

La regista narra senza passione le gesta di un’eroina proto-femminista che, dopo aver rifiutato di sposare Lord Warbuton, proclama allo zio la propria indipendenza. Ma dopo aver urlato ai quattro venti la propria libertà e fatto sfoggio di sensibilità, fierezza e nobiltà d’animo, Isabel di colpo, dopo il matrimonio, appassisce ed invece di affilare gli artigli e di tener testa al marito, china il capo, piange, si dispera in silenzio, spedendo in soffitta sogni ed aspirazioni. Solo sul finale trova la forza di ribellarsi a quel mondo regolato da inganni e falsità. Campion non lascia andare le briglie dell’immaginazione e trasforma in melassa lo straordinario romanzo di Henry James, infiocchettandolo di nastri e lustrini, inondandolo con una fotografia patinata e lastricandolo con le languide note di Schubert in sottofondo. L’ambientazione però é sontuosa, i costumi stupendi e splendide le scene d’apertura in bianco e nero con una serie di donne che sfilano in rapida successione sorridenti sullo schermo.

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