Rosemary’s baby Nastro rosso a New York (Rosemary’s baby di Roman Polanski – USA – 1968 – Durata 137’ – V.M 14

6 Giugno 2020 | Di Ignazio Senatore
Rosemary’s baby Nastro rosso a New York (Rosemary’s baby  di Roman Polanski  – USA – 1968 – Durata 137’ – V.M 14
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Guy Wodehouse (John Cassavetes), giovane attore teatrale e la moglie Rosemary (Mia Farrow) si trasferiscono in un nuovo appartamento nel cuore di New York.

I loro vicini Roman Castvet (Sidney Blacmer) e la moglie Minnie (Ruth Gordon) sono premurosi e cordiali. Guy frequenta sempre più assiduamente il loro appartamento ed ottiene un ruolo importante in una compagnia teatrale.

Rosemary aspetta un bambino e Minnie le prepara tisane e decotti a base di erbe e le consiglia di rivolgersi al dottor Sapirstein (Ralph Bellamy), un ginecologo amico.

Rosemary dimagrisce, giorno dopo giorno, ha delle occhiaie spaventose ed è in preda a dei dolori lancinanti all’addome.

Nessuno sembra darci molto peso e quando Hutch (Maurice Evans), un vecchio amico di famiglia, le suggerisce di rivolgersi a un altro ginecologo, Guy ed i Castvet vanno su tutte le furie. Hutch muore dopo poco per un misterioso incidente, ma lascia a Rosemary un libro che rivela degli inquietanti retroscena.

L’appartamento dei vicini era, infatti, denominato “la casa del diavolo” e Roman era il figlio di Steven Castvet, un esperto di arti magiche. Rosemary dà alla luce un neonato, ma il marito e i vicini le dicono che è nato morto.

Con raccapriccio, lei scopre non solo che il figlio è vivo, ma che il marito, in cambio del successo, l’ha donato a una setta di adoratori di Satana di cui i Casvet ed i dottor Sapirstein fanno parte.

Capolavoro claustrofobico di Polanski costantemente sospeso tra incubi e realtà.

Sin dalle prime battute s‘intuisce che l’appartamento scelto dai Wodehouse ha qualcosa di spettrale e non appena Rosemary vi mette piede, Teresa, una giovane ragazza, si suicida, lanciandosi da una finestra dello stabile.

Polanski non eccede nell’horror, ma all’opposto, riesce a tenere così in bilico la narrazione che l’intera vicenda potrebbe essere anche letta come il frutto della fantasia folle e malata di Rosemary.

Il film è un susseguirsi di scene oniriche che mettono in mostra il talento visionario del regista polacco. Guy è interpretato dal grande regista John Cassavetes e nel film compare, in un piccolo cameo anche il regista dell’horror William Castle che comprò i diritti del libro e, dopo il rifiuto di Hitchock, impose Polanski alla produzione.

Oscar come migliore attrice (Mia Farrow), miglior attrice non protagonista (Ruth Gordon) e per la migliore regia.

Curiosità: In una brevissima sequenza compare Sharon Tate, la giovane moglie di Polanski che l’anno successivo sarà uccisa da Charles Manson e dagli adoratori della sua Setta satanica.

Per il ruolo di Wodehouse Polanski aveva pensato inizialmente a Robert Redford e per quello di Rosemary a Tuesday Weld. Dal romanzo di Ira Lewin.

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