La ricca famiglia Larrabee è composta dagli anziani genitori e da due figli; Larry (Humphrey Bogart), freddo uomo d’affari che dirige l’importante azienda paterna, e David (William Holden), impenitente donnaiolo, già sposato e divorziato tre volte.
Nella loro lussuosa dimora di campagna, con piscina e campo da tennis coperto, vivono l’autista Thomas Fairchild (John Williams II) e la figlia minore Sabrina (Audrey Hepburn), una ragazzina acerba, ingenua e sognatrice, segretamente innamorata di David.
Delusa perché lui non le degna neppure di uno sguardo, tenta il suicidio con il gas di scarico delle sontuose automobili chiuse in garage.
Provvidenzialmente salvata da Larry, l’indomani parte per Parigi per frequentare una scuola d’alta cucina. Larry, intanto, che ha il fiuto degli affari, all’insaputa di David, sta combinando il matrimonio del fratello con la miliardaria Elisabeth (Martha Hyer), proprietaria di una vasta piantagione di canna da zucchero.
Due anni dopo, Sabrina, completamente trasformata, ritorna a casa Larrabe. E’ talmente affascinante e elegante che David s’innamora pazzamente di lei ed è deciso a mandare a monte il matrimonio con Elisabeth.
Per una banale incidente, David s’infortuna e chiede a Larry di uscire una sera con Sabrina. Larry allora ne approfitta per farle credere di essersi innamorata di lei, ma, in realtà, ha già pianificato il suo piano; le fa credere che partiranno insieme per Parigi, ma la lascerà partire da sola.
Quando lei lo scoprirà, per attutire la sua delusione, le farà trovare nella cabina della nave una lettera di scuse, dei fiori, dei soldi e delle azioni privilegiate della sua azienda. Ma…
In questa commedia rosa, entrata a far parte dell’immaginario collettivo, Wilder mescola romanticismo e divertimento, e ripropone, in maniera originale, l’ennesima favola a lieto fine di un miliardario che s’innamora di una ragazza di una classe sociale inferiore.
Uno dei segreti del successo internazionale del film è nell’aver rovesciato il ruolo del principe azzurro; Sabrina, infatti, non ruberà il cuore del bello e seduttore Holden, bensì, quello del compassato, algido e maturo Bogart.
Wilder non vuole sposare i toni della denuncia sociale, ma, ironicamente, con un’immagine che vale più di mille parole, propone l’automobile come metafora della vita; c’è un sedile anteriore (dove viaggia Thomas e chi appartiene come lui a delle classi sociali inferiori) e uno posteriore (dove siede il miliardario Larry), separati in mezzo da un invalicabile finestrino.
A far da contorno ai tre protagonisti, il vecchio Larrabee costretto a fumare di nascosto il sigaro nell’armadio di Larry e che tenta, in maniera goffa e impacciata, di pescare le olive del suo Martini.
Hepburn è un incanto e, grazie a questo film, dopo Vacanze romane, ottenne definitivamente la sua consacrazione come star. Bogart, (che interpretò un ruolo pensato per Cary Grant), per la prima volta, non più nel ruolo di un duro ma alle prese con una commedia sentimentale, è impeccabile, al pari di uno schioppettate Holden.
Dalla commedia Sabrina Fair (1953) di Samuel A. Taylor, riscritta da Wilder con S.A. Taylor e Ernest Lehman per Paramount.
Oscar per i migliori costumi ad Edith Head (anche se la maggior parte dei vestiti furono disegnati da Hubert de Givenchy). Magnifica la fotografia in bianco e nero di Charles Lang Jr.
Scialbo e incolore il remake, diretto da Sydney Pollack nel 1995 con l’inespressivo Harrison Ford, Julia Ormand e Greg Kinnear.
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