Salon Kitty di Tinto Brass – 1975

23 Luglio 2015 | Di Ignazio Senatore
Salon Kitty  di Tinto Brass – 1975
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Berlino 1939. Walter Wallemberg (Helmut Berger), un ambizioso ufficiale nazista, decide di reclutare giovani donne intelligenti, forgiate alla fede nazionalsocialista. Il suo scopo è quello di trasformarle in prostitute e di addestrarle ad accogliere, nell’intimità dell’alcova, i segreti dei più alti ufficiali delle SS. A insaputa dei militari e delle ragazze, Wallemberg registra i contenuti delle loro scottanti conversazioni per poter un giorno ricattare i suoi superiori e scalare il potere. La selezione è dura e una volta addestrate alla disciplina e all’obbedienza, le giovani prescelte sono dirottate nel casino gestito da Kitty Schmidt (Ingrid Thulin), una navigata prostituta che, grazie alle esperienze passate, dona loro un tocco di sensualità e di malizia. Tra le giovani reclutate spicca per temperamento e adesione alla fede nazionalsocialista la giovane Margherita (Teresa Ann Savoy). Disciplinata e disposta a tutto pur di servire la causa, è scelta da Wallemberg come sua protetta e per spingerla a puntare in alto, le indica la strada che deve percorrere: “Per essere una vera nazionalsocialista devi rinnegare te stessa, le tue origini e devi saperti compromettere fino in fondo. Devi annullarti per poter rinascere, devi umiliarti”. Margherita però s’innamora di Hans (Bekim Fehmiu), un giovane ufficiale che le apre gli occhi sugli orrori della guerra e sulle barbarie compiute dai nazisti. L’uomo vuole disertare e passare al nemico, ma viene impiccato. Margherita intuisce che Wallemberg ha spiato le loro conversazioni e, complice Kitty, gli tende una trappola, facendogli confessare il suo perfido disegno. Dopo aver registrato le sue scottanti rivelazioni, Margherita lo denuncia alle SS che lo uccidono come un verme in una sauna.

Brass firma uno dei film più duri contro la sete di potere e lo immerge in un atmosfera mortifera, cupa e senza speranza. Sin dalle prime scene ci mostra le agghiaccianti selezioni cui sono sottoposte le giovani ragazze, costrette a dover far l’amore con un nano deforme, con un vecchio decrepito, con un essere selvaggio e primitivo, con un uomo privo degli arti inferiori. In questa lenta discesa verso gli inferi, le giovani prostitute appaiono come creature candide e innocenti in confronto agli ufficiali delle SS, descritti come individui sadici, disturbati, perversi e corrosi irrimediabilmente da un’insaziabile brama di potere). Brass è un maestro nel far salire la tensione. Al tempo, il grido di dolore di Brass contro la corruzione del potere disturbava troppo la critica e gli spettatori che lo liquidarono in fretta con l’alibi di qualche nudo sulla scena. Ma il film è un vero capolavoro che non sfigura al confronto con La caduta degli dei di Luchino Visconti, girato nel 1969.

 

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