Nella stanza di uno spoglio manicomio è ricoverato Fenix (Axel Jodorowsky), un ragazzo regredito a uno stato autistico. Nudo, non comunica con nessuno, vive arrampicato su un albero e mangia nervosamente come un selvaggio. I medici della clinica lo convincono a uscire con gli altri ricoverati e lui rinasce quando scopre che in città c’è il circo. Un flashback ci mostra Fenix bambino che viveva in un circo con suo padre Orgo (Guy Stockwell), famoso lanciatore di coltelli. L’uomo, invaghitosi della donna tatuata (Thelma Tixou), scoperto da Concha (Blancha Guerra), la sua gelosissima moglie, reagì amputandole le braccia e tagliandosi poi la gola davanti agli occhi del piccolo Fenix. Fuggito dal manicomio, il ragazzo ritorna dalla madre e riprende a lavorare nel circo. Priva di arti superiori, Concha si fa aiutare dal figlio che le presta, giorno e notte, le mani e le braccia. Divenuto schiavo della madre Fenix non esita a uccidere, su suo ordine, la donna tatuata, ma quando lei gli imporrà di ammazzare Alma (Sabrina Dennison), una ragazza sordomuta sua compagna di giochi quando era bambino, si oppone ed elimina la madre.
Jodorowsky non è Federico Fellini e anche se ambienta la vicenda in un circo popolato da nani e da donne pettorute, è lontano milioni di anni luce dalle atmosfere sognanti e melanconiche del Maestro riminese. Il folle visionario regista messicano compone una pellicola poetica e struggente anche se affonda nell’horror più bieco, in un forma volutamente eccessiva e caricaturale. In una delle sequenze più estreme del film ci mostra uno strano tipo che si strappa un orecchio dalla faccia e lo stampa sul viso di una ragazza a cui sta facendo la corte. Jodorowsky ci regala una delle più disturbate storie di folla a due tra madre e figlio e ci mostra Fenix che offrendo braccia e mani, permette a Concha di fare colazione e di suonare il pianoforte. Il regista intorbida la trama mostrandoci l’amore incestuoso tra i due e rinforza l’incerta identità sessuale del ragazzo segnalandoci una sua scappatella con un transessuale. Numerose sono le scene che fanno sgranare gli occhi: Orgo che ipnotizza le donne utilizzando il riflesso di un coltello, Fenix che allucina donne nude, con un velo trasparente in testa, piantate come tronchi nel terreno. Non mancano le citazioni cinefiliche come il delicato omaggio al capolavoro L’uomo invisibile di James Whael (1933). Il titolo fa riferimento a un tempio dedicato a una ragazza che dopo essere stata violentata aveva subito l’amputazione delle braccia ed era morta in un lago di sangue.
Questo sito utilizza strumenti di raccolta dei dati, come i Cookie. Questo sito utilizza Cookie tecnici e di terze parti per fornire alcuni servizi. Maggiori Informazioni
Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.