Chieti. Francesco Maria Vitale (Michele Placido) dirige da anni la piccola banda musicale della cittadina abruzzese ed è sposato con l’affascinante Marta (Giuliana De Sio).
L’amministrazione locale decide di ricostruire la storica banda, vanto della città, di dotarla di centoventi elementi e di affidarne la direzione a Vitale che, lusingato dalla proposta, assieme agli amici più intimi ed all’influente avvocato Gianni D’Angelo (Lino Troisi), brinda per la prestigiosa occasione offertagli.
Nicolino (Tino Schirinzi), invidioso del suo successo, si reca la sera stessa a casa del maestro e, mentendo, gli insinua il dubbio che a dirigere la banda sarà Andrea Serano (Adalberto Maria Merli),, nato e cresciuto a Chieti, ma attualmente impegnato a Milano nella registrazione di colonne sonore televisive.
Le voci corrono ed, in un baleno, in città si sparge la voce che la banda sarà affidata a Serano che, stuzzicato dall’idea e, pur consapevole che la moglie Laura (Anna Bonaiuto), non lo seguirebbe a Chieti, fa un salto nella città natale.
La sua presenza in città scatena ancora più i pettegolezzi e la matassa si complica ancor più quando D’Angelo ed un assessore propongono a Serano la direzione dell’orchestra, ma solo per la serata inaugurale…
Odorisio firma il suo capolavoro e compone un caustico, graffiante e sconsolato ritratto di provincia. Il pretesto è la nomina del direttore d’orchestra della banda cittadina, ma al regista interessa mostrare come l’invidia possa sconvolgere non solo la vita dei protagonisti, ma addirittura quella di un’intera comunità.
A muovere i fili il perfido ed ipocrita Nicolino che, conoscendo i punti deboli delle vittime, sa come toccare i loro nervi scoperti. Dopo aver scatenato una ridda di meschini e maligni supposizioni, lascia, infatti, che Vitale e Serrano si lacerino al loro interno, consapevole che, per entrambi la direzione della banda sarebbe un’occasione irripetibile.
Ma come spesso accade in Italia, i progetti restano sula carta ed i due contendenti restano con un pugno di mosche in mano. Il titolo fa riferimento ad un personaggio della vicenda, ad un tale Nestorino Santarelli, soprannominato Sciopèn, perché quando era giovane aveva spacciato un brano di Chopin come suo. Giuliana De Sio è a dir poco magnetica e travolgente ed offre, al cinema (forse), la sua migliore interpretazione.
Michele Placido ed Adalberto Maria Merli non sono da meno ma, forse, a rubare loro la scena è il cinico e maligno Tino Schirinzi. Da non perdere.
David di Donatello (1983) Nomination miglior attrice protagonista (Giuliana De Sio), miglior attore non protagonista (Tino Schirinzi), miglior attore esordiente (Carlo De Matteis). Nomination Nastro d’Argento (1983) miglior attrice protagonista (Giuliana De Sio).
Per un approfondimento sul tema si rimanda al volume di Ignazio Senatore “Cantanti, musicisti e rock band”, edito da Arcana.
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